Frassinoro, un luogo dove le voci della natura e dell’uomo s’incontrano senza alternarne la musicalità

Il paese, in provincia di Modena, si trova nel parco del Frignano, un’area con interessanti percorsi naturalistici e storici. Il parco comprende quasi 16.000 ettari di estensione che vanno dai 500 metri di altitudine ai 2.000 e più se si conta la vetta del monte Cimone

Ll centro del borgo è armonioso, accogliente, raccolto ma vario allo stesso tempo e intorno ad esso si aprono ampie faggete, abeti bianchi e rossi, larici, pini e distese di sottobosco presentando un ambiente ricco quanto ameno anche dal punto di vista faunistico. Via via salendo lungo i pendii si possono trovare, marmotte, istrici, donnole, tassi, volpi, lupi, scoiattoli, ghiri, martore, aquile gufi reali, mentre nei prati, non di rado sostano talvolta tranquilli altre volte circospetti, splendidi cervi. In prossimità dei torrenti è invece possibile imbattersi in aironi cinerini come pure nei merli acquaioli, entrambi golosi di pesci. Un quadro naturalistico di raro equilibrio, che solo a pensarlo riporta alle fiabe, con un sottobosco punteggiato da anemoni, gerani nodosi, stelline odorose e acetoselle, gigli martagoni per un vero tripudio di colori e profumi soprattutto durante la buona stagione.
Bellezza si, ma anche ottima organizzazione e vitalità. Nei mesi invernali, infatti, sono tanti i percorsi attrezzati per lo sci di fondo e, durante i periodi più caldi, gli appassionati di trekking o di mountain bike possono trovare qui ideale ispirazione per i loro tours.

Stando ad antichissimi scritti il toponimo Frassinoro deriverebbe da un’immagine della Vergine Maria rappresentata tra i frassini nell’atto di illuminare con la sua luce dorata il valico appenninico. Tra i diversi siti di interesse storico presenti sul territorio è l’abbazia di Frassinoro a conservare inalterato il suo richiamo spirituale insieme al fascino vetusto. La sua storia risale ai monasteri benedettini ritenendo che la prima costruzione sia del periodo italo-bizantino (VII secolo – X secolo). Tra l’anno 1007 e il 1050 alla pieve venne annesso un ricovero per viandanti, entrambi subordinati al monastero di Polirone. Nel 1071/72 Beatrice di Lorena e la figlia Matilde di Canossa affidarono al monastero benedettino le reliquie di San Claudio.
L’abbazia andò in rovina nel XV secolo ed è sulle sue fondamenta che si trova oggi la chie- sa di Santa Maria e di San Claudio. Dell’antica badia rimangono diverse parti, alcune delle quali sono conservate nell’area museale della chiesa, mentre altre sono state adoperate per la costruzione stessa dell’edificio. Nell’abbazia spicca l’utilizzo di marmi pregiati, come quello di Carrara o il marmo rosso di Verona. Gli antichi capitelli sono stati impiegati per dare vita a pregiatissime acquasantiere, altri sono visibili negli archi delle cappelle o a decoro delle bifore del campanile.

Oggi come in passato i sapori di Frassinoro sono intensi, buoni, genuini, frutto di una terra curata, rispettata ed amata. Tra questi, decisamente imperdibili sono i funghi, il tartufo, le castagne, il parmigiano reggiano e la ricotta, le tigelle e lo gnocco fritto, i borlenghi (crêpe sottile e croccante). Tanti gli appuntamenti enogastronomici in occasione di altrettanti eventi. Uno tra tutti: la Festa della patata tipica di Piandelagotti (frazione di Frassinoro e rinomata località per lo sci di fondo), che si tiene in ottobre. Ma bello in ogni momento dell’anno è scoprire la grande offerta di ristoranti, trattorie, locali tipici, strutture agrituristiche che con le loro mille proposte fanno di ogni visita e di ogni soggiorno nel borgo un’occasione speciale.

Ambiente Magazine

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