Vibo Valentia sorge nell’area occidentale della Calabria. Meta rinomata per il turismo balneare è anche una città ricca di cultura e tradizioni che ben si coniugano alle novità e alle trasformazioni che, soprattutto in questi ultimi anni, stanno interessando il territorio.
Hipponion, questo l’antico toponimo, è indicato sulle prime monete e sull’iscrizione di Olimpia (Olympia, III Bericht). I Greci cambiarono poi la denominazione in Hipponion e i Romani in Vibo, Vibona, quindi in Bibo, Bivona. Sulla derivazione di Hipponion tante le storie narrate e le leggende tramandate di padre in figlio, molte delle quali hanno avuto per protagonista un eroe, un mito, tra queste è arrivata anoi quella di Ippone che fondò Ipponio attribuendo alla città il proprio nome. Il centro storico conserva la sua impronta medievale con imponenti edifici di epoche differenti, tra i quali palazzo Marzano, palazzo Accademie, palazzo Gagliardide Riso oggetto, quest’ultimo, di un interessante progetto di restauro.
Intorno al nucleo urbano il paesaggio vibonese offre al visitatore scorci meravigliosi che si stagliano tra diverse altitudini, una natura lussureggiante che presenta sullo sfondo un mare dalle straordinarie sfumature che rimanda ad altrettante suggestioni. In collina gli uliveti allineati gli uni accanto agli altri danno il senso di solidità che è proprio di questa terra. Gli agrumeti colmano l’aria del loro fresco profumo. Da lontano i vitigni sembrano ricamati sui fianchi delle colline dando l’idea di quanta ricchezza provenga da questo ambiente naturale, ma anche di quanto lavoro, di quanta attenzione, di quanta esperienza occorra. I produttori locali per i loro vigneti hanno scelto le posizioni più idonee ad una produzione di alta qualità: una mixture straordinaria di terra e di mare con la costante brezza salmastra che imprime nei vitigni dell’area vibonese una soffusa quanto apprezzata mineralità.
L’enogastronomia è tra gli elementi distintivi del territorio e si caratterizza innanzitutto per i suoi aromi: dall’alloro al basilico, dall’origano alla cannella, dalla cipolla al peperoncino, che non manca mai. Le pietanze di terra e di mare sono a base di carne di maiale, pesce spada, tonno, sarde, alici, nonché melanzane, ortaggi verdi stagionali, legumi. Imperdibile è l’assaggio della soppressata, della fileja alla nduja, come pure dei sapidi formaggi.
Le clementine vibonesi e calabresi in genere sono IGP. Spesso vengono impiegate nella preparazione di sorbetti, marmellate, sciroppi, liquori, nonchè dessert, ottima ad esempio la mousse di clementine e ricotta. Le clementine di Calabria sono inoltre utilizzate dall’industria cosmetica per la preparazione di lozioni tonificanti e maschere per la pelle. Ma tornando ai dolci tipici un cenno lo meritano i crispeddi (vi è anche la versione salata), il sancelu o sanguinaccio, le pittapie composte di pasta frolla ripiena di fichi secchi, frutta candita, cannella, marsala o vino cotto, sapori così buoni da imprimersi nei ricordi con delicata quanto ricorrente nostalgia.