RICERCA E INNOVAZIONE: GLI STRUMENTI DI SYNGENTA PER UN’AGRICOLTURA SOSTENIBILE

Nei prossimi anni l’innovazione sarà di fondamentale importanza per abbracciare un modello di agricoltura sostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche economicamente redditizia per chi la pratica. Un’agricoltura intelligente, che nella gestione delle aziende integrerà prodotti innovativi in grado di stimolare i processi naturali delle piante, robotica e piattaforme digitali

La popolazione mondiale raggiungerà gli 8,5 miliardi nel 2030 e crescerà ulteriormente fino a 9,7 miliardi nel 2050. Per sfamare tutti, e allo stesso tempo sostenere la transizione energetica, il settore agricolo dovrà quindi produrre il 50% di cibo in più sulla stessa superficie e ridurre di due terzi le emissioni di gas serra prodotte dal settore. Di qui la necessità sempre più stringente di investire in ricerca e sviluppo, l’unica strada per nutrire in modo sostenibile una popolazione in crescita e promuovere una produzione che sia positiva per la natura, gli agricoltori e la società. Come spiega Alberto Piaggesi, Global R&D Biostimulant Expert Alliance Lead in Syngenta Biologicals, solo puntando sull’innovazione e sull’utilizzo massivo della tecnologia sarà possibile raggiungere una produzione più sostenibile e di qualità.

Alberto Piaggesi, Global R&D Biostimulant Expert Alliance Lead in Syngenta Biologicals e Presidente del CdA di Syngenta Italia

Quanto conta la ricerca per il vostro gruppo?


Syngenta investe annualmente oltre 1,3 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo. Ogni prodotto ha alle spalle un ciclo di sviluppo molto lungo, che spesso traguarda i 13 anni per le soluzioni di Crop Protection mentre è di 5/6 anni per i prodotti biologicals. Nonostante questo, riusciamo a introdurre molecole innovative per la difesa delle colture con regolarità, praticamente ogni anno. Solo in Italia abbiamo quattro centri di ricerca principali e più di 500 collaborazioni attive con università, istituti di ricerca e partner commerciali. I nostri tecnici studiano tutte le interazioni che si instaurano tra pianta, suolo e microrganismi e, grazie a un approccio olistico, oggi sono in grado di sviluppare prodotti nuovi per accompagnare il settore agricolo verso modelli sempre più sostenibili.

Perché oggi è tanto importante investire nella ricerca e nell’innovazione?

È importante perché la tecnologia è oggi lo strumento chiave per essere sostenibili. Da una parte c’è la ricerca che ci consente di rilasciare soluzioni per la difesa delle colture, i cosiddetti agenti di biocontrollo, che stimolano i processi naturali delle piante e massimizzano il loro potenziale. E poi, parallelamente, c’è lo sviluppo della tecnologia che sta rivoluzionando il lavoro nei campi. Ad esempio ci sono i droni grazie ai quali è possibile mappare i terreni e programmare gli interventi, le piattaforme per la raccolta e la gestione dei dati in tempo reale. Attraverso le tecnologie digitali l’agricoltore riesce oggi a sapere con esattezza quale parte del campo è deficitaria di quel particolare elemento e intervenire in maniera mirata, limitando allo stretto necessario l’utilizzo dell’acqua, dei fertilizzanti e dei prodotti fitosanitari. Oggi in molte parti del mondo questo è già realtà, ma è chiaro che nel prossimo futuro l’agricoltura di precisione estesa su larga scala permetterà a tutti di utilizzare solo cosa serve, dove serve e nel momento più opportuno. E questo a vantaggio delle tasche dell’agricoltore, ma anche dell’ambiente.


La tecnologia applicata all’agricoltura può aiutare a mitigare gli effetti del global warning?


Quando pensiamo al futuro del settore, sappiamo già che il ruolo dell’agricoltore non sarà facile anche a causa dei cambiamenti climatici che stiamo vivendo. Le risposte possibili sono però diverse e tutte si basano sull’innovazione e sulla ricerca, ancora una volta fattore cruciale per guardare al futuro con ottimismo. Già oggi abbiamo a disposizione soluzioni diverse per mitigare gli stress abiotici causati da fenomeni quali eccessi di piogge, situazioni di siccità prolungate o minacce che arrivano alle piante con il freddo, perché le stagioni non sono più modulari e progressive, ma si passa in pochissime ore, non più in giorni, dall’estate al profondo autunno. Strumenti innovativi che consentiranno agli agricoltori di continuare a fare il proprio lavoro, preservando la marginalità.

LA RICERCA IN ITALIA
Sono quattro i centri italiani di ricerca di Syngenta: la Stazione di ricerca di Casalmorano (CR), che sviluppa ibridi di mais per i mercati del Sud Europa, il Centro di sperimentazione e valorizzazione delle culture mediterranee di Foggia, che svolge attività di ricerca e supporto tecnico alle principali colture dell’area, la Stazione
di ricerca di Atessa (CH) prettamente dedicata allo sviluppo di biostimolanti e la Stazione sperimentazione di Acate (Rg), che svolge attività di ricerca nel settore ortofrutticolo.

Ambiente Magazine

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