APICOLTORI ITALIANI, UNA FILIERA SOSTENIBILE DA TUTELARE

Le aziende apistiche in Italia sono un patrimonio unico caratterizzato dalla qualità e dalla tipicità dei prodotti. Una filiera che si oppone all’uso dei pesticidi e che mette al centro la salute delle api. A raccontare questa sfida è Giorgio Baracani, presidente di CONAPI, cooperativa che riunisce oltre 600 apicoltori con circa 100mila alveari in tutta Italia

Giorgio Baracani, presidente CONAPI

Qual è lo stato di salute dell’apicoltura italiana?

Ci avviciniamo alla nuova stagione apistica con moderato ottimismo, ma dobbiamo purtroppo ammettere che lo stato di salute dell’apicoltura italiana permane abbastanza critico. Ciò si deve in parte ad annate che si sono succedute di scarse produzioni, dovute principalmente al cambiamento climatico. A ciò si aggiunga una complessa situazione di mercato: in anni di forte inflazione, con una generalizzata crisi del largo consumo, il miele italiano ha subito una forte penalizzazione e ha accusato la concorrenza, spesso sleale, di mieli esteri di scarsa qualità, venduti a prezzi molto bassi. Non da ultimo, non si può non ricordare che il miele è il secondo prodotto più contraffatto al mondo.

Il mondo apistico oggi sta vivendo un periodo difficile, con una riduzione delle produzioni, un aumento dei costi di gestione e paradossalmente una diminuzione dei prezzi del miele. CONAPI come sta affrontando questa situazione?

È così. In questo scenario, tuttavia, CONAPI, la cooperativa più grande del settore a livello europeo, esprime al meglio la voglia di guardare al futuro, insieme. Da un lato, CONAPI sviluppa da sempre una serie di progetti che sostengono il comparto e promuovono il miele italiano di qualità, il ruolo degli apicoltori e le buone pratiche apistiche. Penso alla creazione del “Parco delle Api e del Miele” per la didattica, al progetto “Verde Urbano” per la sensibilizzazione di amministrazioni pubbliche e privati cittadini per la corretta gestione del verde senza inquinanti, al progetto “APPROVED BY CONAPI BEES”, che intende certificare aziende “amiche delle api” e attente alla biodiversità, alla campagna sul miele bio per sensibilizzare su questo tipo di conduzione delle aziende apistiche. È fondamentale, inoltre, diversificare le produzioni, pensare a prodotti diversi dal miele, quindi polline, propoli, pappa reale, ma anche prodotti realizzati con queste materie prime, ad esempio le confetture, i biscotti, le caramelle. Non ultimo, uniti possiamo puntare a nuovi canali e approcciare nuovi mercati, anche esteri, che apprezzano il miele italiano per la sua qualità.

L’agricoltura e l’uomo hanno un disperato bisogno delle api per la loro sopravvivenza. Oggi è sufficientemente diffusa questa consapevolezza tra gli agricoltori?

Sufficientemente diffusa, purtroppo no. C’è da un lato una crescente sensibilità e attenzione. Gli impollinatori sono in declino, se ne parla e si sa che occorre mantenerne un livello adeguato per le coltivazioni, ma purtroppo, terminate le urgenze e le necessità immediate, magari legate ai raccolti, di certi temi ci si dimentica.

Quali sono le pratiche agricole più dannose per la sopravvivenza delle api?

Le pratiche che impattano negativamente sulla biodiversità di un territorio, che depauperano il suolo, che usano prodotti chimici che disorientano le api e sono in generale nocivi. Possiamo dire, per contro, che una metodica di coltivazione come prevede il biologico contempla sicuramente pratiche amiche delle api.

Il tema del rapporto tra le api da miele allevate dagli apicoltori e le api selvatiche è sempre più attuale nel mondo scientifico. Ma le api da miele possono essere un problema reale per gli altri impollinatori?

Questa è una risposta che dovrebbe dare la scienza. Non possiamo darla noi. E ad oggi non c’è alcuna evidenza in questo senso. Anzi ci succede di vedere bombi e impollinatori in apiari. Api e altri insetti impollinatori sono complementari e anzi, le api sono sentinelle dell’ambiente e possono immediatamente allertare rispetto all’utilizzo di pratiche errate.

C’è una reale competizione tra i due? E cosa si dovrebbe fare per salvaguardare entrambi?

Beh, bisognerebbe avere più fiori, piantare più fiori. Mettere in atto, anche da parte dei consumatori, piccole ma coraggiose scelte e cambiamenti impattanti: scegliere bene i prodotti che acquistiamo, non sprecare, sensibilizzare, curare i nostri spazi verdi in modo attento. Anche noi, nel nostro piccolo, possiamo fare la differenza.

APICOLTURA BIOLOGICA


Scegliere un miele realizzato rispettando la natura è il primo fondamentale passo per garantire alle api, e quindi al pianeta, un futuro migliore. Il miele biologico viene prodotto senza l’utilizzo di alcuna sostanza chimica, seguendo un disciplinare che ne garantisce qualità, rispetto per l’ambiente e salubrità. Grazie alle sue proprietà nutritive il miele biologico è inoltre una valida e sana alternativa agli zuccheri raffinati.

Ambiente Magazine

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