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SPECIALE COVID-19
siamo riusciti e siamo stati in grado di
comprendere quali eventi hanno portato
allo spillover (il salto di specie dall’anima-
le ospite all’uomo) del virus e di mettere
in atto protocolli sanitari per limitarne la
diffusione. Questo è avvenuto per le epi-
demie di SARS del 2002 e di H5N1 del
2003 mentre non è riuscito nel caso dell’e-
pidemia di COVID-19. Tuttavia, queste
procedure sono focalizzate su uno stadio
tardivo del processo di contagio. La nostra
comprensione delle cause e degli eventi
che danno origine a una nuova emergenza
virale non è sufficiente a prevenire l’insor-
gere delle malattie pandemiche. Un punto
chiave nella difficoltà di predire la genesi
di un’emergenza infettiva è la scarsa cono-
scenza della biodiversità e della ecologia
dei patogeni. Il problema principale è che
le nuove emergenze virali sono per lo più
causate da patogeni in precedenza scono-
sciuti. Come possiamo, quindi, prevenire
una nuova epidemia causata da un virus
di cui ancora non conosciamo l’esistenza,
la distribuzione e la specie ospite? È noto
come l’incremento degli eventi epidemici
delle ultime decadi sia strettamente cor- animali selvatiche e dei vettori di trasmis- La perdita della biodiversità può esacer-
relato ai cambiamenti socioeconomici sione, creando nuovi e intensi contatti che bare il rischio di spillover. Nelle comuni-
(globalizzazione dei trasporti e del com- favoriscono le opportunità di spillover. Gli tà a bassa biodiversità, i vettori (come le
mercio), demografici e ambientali. In par- animali d’allevamento, infatti, possono zanzare) hanno una maggiore probabilità
ticolare, il cambiamento ambientale crea diventare ospiti intermedi o addirittura di venire a contatto con i patogeni, dal
condizioni che favoriscono l’espansione serbatoi di amplificazione del virus, nei momento che attingono più spesso agli
dei virus in nuovi ospiti. L’attività umana quali i patogeni mutano geneticamente e animali, serbatoio primari presenti nel
ha, infatti, alterato gli ecosistemi naturali si evolvono per effettuare il successivo spil- territorio. Nei contesti ad alta biodiversi-
su scala globale e questo fenomeno si è lover sugli uomini. Questo processo che è tà, invece, i vettori si alimentano attraver-
sviluppato in maniera esplosiva nel secolo causa di circa il 60% delle nuove emergen- so una moltitudine di specie, molte delle
scorso a seguito della crescita esponenziale ze infettive, è, probabilmente, all’origine di quali non sono serbatoi di virus: di conse-
della popolazione e il conseguente incre- malattie come la febbre gialla, l’epatite A, guenza, si riscontra una bassa prevalenza
mento della domanda di cibo. Questi mu- la rabbia, l’influenza e tante altre patologie del patogeno a livello dell’intera comunità.
tamenti hanno determinato una pertur- tra cui anche il COVID-19. A tal riguardo, c’è da sottolineare che le
bazione sia del sistema biotico, l’insieme Anche l’emergenza determinata dal virus procedure di irrigazione dei campi, hanno
degli organismi viventi vegetali e animali, Hendra – nome derivato da una località spesso aumentato la densità dei vettori di
che di quello abiotico, ovvero l’ambiente australiana vicino a Brisbane, dove è stato trasmissione. Non a caso, le epidemie di
in cui essi vivono. Un’alta proporzione è identificato per la prima volta (1994) – è febbre emorragica determinate dal virus
dovuta alla conversione dell’agricoltu- stata associata alla perdita dell’habitat na- del Rift Valley – presente in Africa, e che
ra classica in industriale e intensiva, che turale del pipistrello a causa delle defore- colpisce ruminanti e uomini – sono avve-
genera la frammentazione degli habitat stazioni dovute all’espansione dell’agricol- nute dopo la costruzione di dighe e canali
preesistenti attraverso le deforestazioni e tura. Tale cambiamento ha impattato sulla di irrigazione.
la sostituzione della vegetazione naturale distribuzione nel territorio di questi mam- Lo sviluppo dell’allevamento intensivo, in
con coltivazioni monotematiche. In questo miferi, sulla dimensione delle loro colonie special modo di maiali e pollame, facilita
modo si modifica la struttura delle popo- e sulla loro alimentazione, che si è spostata la trasmissione delle malattie a causa della
lazioni animali e si riduce la biodiversità, agli alberi da frutta dislocati a livello pe- maggiore densità delle popolazioni alleva-
creando ambienti che favoriscono l’inse- ri-urbano, in stretta vicinanza con gli al- te. Ad esempio, la prima epidemia da virus
diamento di specie selvatiche ospiti di de- levamenti. Il mutamento ha incrementato Nipah in Malesia nel 1998, responsabile
terminati patogeni. Processi simili indu- la possibilità di spillover dei patogeni dai di una malattia respiratoria nei maiali e un
cono l’uomo e il bestiame d’allevamento pipistrelli alle specie domestiche e (pur se elevato tasso di letalità nell’uomo, pari al
a spostarsi in prossimità delle popolazioni solo in 3 casi) anche all’uomo. 50-75% degli infetti, è stata determinata
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