LESIGNANO DE’ BAGNI: tra pievi romaniche e piccoli vulcani

Un piccolo centro tra la bassa parmense e i primi Appennini famoso per le pievi romaniche che ne punteggiano i dintorni e per i calanchi del Parco del Barboj: piccoli vulcani da cui escono acqua e fango misti a gas. Al centro della zona di stagionatura del prosciutto di Parma, Lesignano è anche il cuore delle tradizioni culinarie tipiche dell’Emilia

Lesignano de’ Bagni, Lesgnàn in dialetto parmigiano, è un comune di poco più di 5mila abitanti sulla sponda destra del torrente Parma, tra la pianura padana e i primi rilievi appenninici. Si trova immerso nelle terre di Matilde di Canossa, contessa convinta sostenitrice del papato che qui regnò tra l’XI e il XII secolo, ed è uno dei principali centri di produzione del Prosciutto di Parma. Un piccolo mondo antico dove la vita scorre a ritmo lento, tra profumi e sapori di una volta, e dove le antiche pievi che ne puntellano i d’intorni vengono oggi riscoperte da un turismo attento e più sostenibile. La prima parte del toponimo deriva dal latino medievale Lisiniano, riferibile alla gens Licinia con l’aggiunta del suffisso -anus, mentre la seconda parte è legata alla presenza di bagni sulfurei, oggi dismessi, le cui acque sono state utilizzate fin da epoca romana per fini curativi. A questa risorsa si deve la costruzione all’inizio dell’Ottocento, ad opera dei duchi Cesarini-Sforza, di uno degli edifici più caratteristici di Lesignano, il Casino dei Bagni: una romantica villa padronale immersa nel verde restaurata di recente e oggi convertita in un laboratorio di Arti e Mestieri destinato all’avvio al lavoro di giovani diversamente abili.


Le pievi del parmense. Ma a caratterizzare il territorio di Lesignano sono soprattutto le pievi dei d’intorni, testimonianza dell’architettura romanica e della religiosità medievale. Si tratta di costruzioni tipiche della bassa parmense, per secoli punto di riferimento per i pellegrini che percorrevano la Via Francigena e oggi luoghi carichi di spiritualità in grado di affascinare i visitatori. Una delle più note è l’Abbazia di San Basilide, conosciuta anche come Badia Cavana, fondata agli inizi del XII secolo con il contributo di Matilde di Canossa, la nobildonna che favorì il perdono di Enrico IV da parte di papa Gregorio VII. Il complesso, uno dei più importanti luoghi di culto dell’Emilia-Romagna, sorge nella frazione di San Michele Cavana lungo la Strada di Linari, un’antica arteria commerciale e religiosa oggi diventata un suggestivo percorso naturalistico attraverso la Riserva della Biosfera Unesco dell’Appennino Tosco Emiliano. Da apprezzare nel territorio comunale anche la chiesa intitolata a San Michele Arcangelo e nota come la Pieve di Lesignano. Di origine medievale, conserva ancora il portale d’ingresso laterale del XII secolo e una campana gotica del 1363. Nella piccola frazione di Santa Maria del Piano si trova invece Villa Lanfranchi, dimora seicentesca appartenuta al regista e scenografo Mario Lanfranchi, scomparso nel 2022. La villa, una delle più antiche del Parmense, fu costruita nella seconda metà del Cinquecento sui resti di edifici medievali per volontà dei conti Sforza di Santa Fiora, feudatari di Lesignano. Riconoscibile per il suo pregevole giardino all’italiana, la villa è oggi sede della Fondazione Mario Lanfranchi e viene periodicamente aperta al pubblico per visite e in occasioni di attività culturali promosse dalla fondazione.


Natura e gastronomia. Nella vicina Rivalta, nel Parco dei Barboj, si possono invece osservare le salse e i calanchi: vulcani alti fino a un metro che emettono acqua e fango misti a emanazioni gassose. Essendo al centro della zona di stagionatura del prosciutto di Parma, Lesignano è anche il cuore delle tradizioni culinarie tipiche dell’Emilia e di Parma in particolare. Tradizioni da scoprire soprattutto in primavera e in estate, quando sono numerose le manifestazioni gastronomico-culturali che propongono i piatti della tradizione.

Il Castello di Torrechiara. Sulla cima di un colle panoramico a pochi chilometri da Lesignano si erge il maestoso Castello di Torrechiara, set del celebre film Ladyhawke. Oltre a essere uno degli esempi più significativi di architettura castellana italiana, la fortezza è custode della favola d’amore tra Pier Maria II de’ Rossi, che ne promosse la costruzione nel XV secolo, e l’amata Bianca Pellegrini. Dalla Camera d’Oro, attribuita a Benedetto Bembo, alla stanza nuziale, tutto parla della loro passione in stile epico cavalleresco.



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