Lignano Sabbiadoro, 28 agosto, terzo incontro di Economia sotto l’ombrellone
Sono tante le speranze, le domande e le contraddizioni nella rivoluzione in atto nel settore della produzione energetica. Da un lato si parla dei vantaggi per i piccoli produttori e le piccole comunità, dall’altro enormi parchi fotovoltaici ed eolici sottraggono la terra all’agricoltura
Sempre più spesso si parla di “democrazia energetica” o “energia democratica” facendo riferimento alle nuove possibilità di produzione di energia legate alle rinnovabili (fotovoltaico, solare termico, eolico, biomasse e così via) come elementi essenziali per un compiuto raggiungimento dei principi dell’economia circolare, per arrivare realmente alla tanto citata transizione ecologica e per portare la produzione dell’energia più vicina al consumatore, riducendo costi di trasporto e perdite di rete e consentendo anche a privati cittadini, piccole aziende e piccole comunità di diventare produttori di energia, sviluppando la logica dell’autoconsumo.
Nel 2012, il concetto di “energia democratica” si sviluppò all’interno del movimento tedesco per la giustizia climatica e al Climate Camp di Lausitz si parlò per la prima volta di “Democrazia Energetica”; nello stesso anno a New York fu fondata l’organizzazione “Sindacati per la democrazia energetica”. Si sostenne che «una transizione veramente sostenibile sarà resa possibile solamente se il potere di decidere su essa sarà tolto alle corporation, che perseguono esclusivamente il profitto, e trasferito ai cittadini ordinari e alle comunità, riconoscendo l’energia come bene pubblico e diritto di base».
Cosa c’è di vero? Cosa sta cambiando e ancor più potrà cambiare in futuro grazie alla produzione energetica rinnovabile? È veramente una questione di democrazia o più semplicemente un’alternativa di produzione?
Si parla dei vantaggi delle rinnovabili per i piccoli produttori, piccole comunità, cittadini singoli che possono produrre energia sul tetto o nel giardino di casa. Anche nel mondo delle rinnovabili, però, si sta assistendo a investimenti in impianti rinnovabili di grande o grandissima taglia. Si può, dunque, parlare davvero di energia democratica o è solo un’illusione per spingere tutti verso la transizione energetica?
E quanto c’è di realmente ecologicamente sostenibile nelle produzioni energetiche rinnovabili? Sono davvero ambientalmente sostenibili e “democratici” gli enormi parchi fotovoltaici ed eolici che in alcune zone del pianeta stanno rubando terra all’agricoltura e ai contadini?
Di tutto questo si parlerà nel terzo appuntamento di Economia sotto l’Ombrellone, in programma mercoledì 28 agosto, a Lignano Sabbiadoro, al Chiosco numero 5, con inizio alle ore 18,30 e a ingresso libero.
All’incontro, che ha come titolo «L’energia democratica» partecipano tre profondi conoscitori dei sistemi di produzione energetica rinnovabili:
Eros Miani, presidente Fototherm Spa
Marzio Ottone, presidente Quadrifoglio Agricola Srl
Marco Tam, presidente Gruppo Greenway
Modera il dibattito Carlo Tomaso Parmegiani, ideatore di Economia sotto l’Ombrellone e direttore editoriale Nord Est dell’agenzia di comunicazione Eo Ipso, che da 14 anni organizza la rassegna estiva.
Al termine dell’incontro, il pubblico potrà incontrare informalmente i relatori in un aperitivo con i vini offerti da Filare Italia.
Economia sotto l’Ombrellone 2024 è organizzata da Eo Ipso con il patrocinio del Comune di Lignano Sabbiadoro e Io sono Friuli Venezia Giulia. Co-main supporter Greenway e Filare Italia. Sponsor: FotoTherm, Digital Security Festival, Bepi Tosolini, Iop Group, Gortani, GLP, Confindustria Udine e UbiRoom. Partner tecnici: Pineta Beach, Lignano Pineta Spa, Hotel Ristorante President, Porto Turistico Marina Uno e Comunità Energetiche.
Immagine del secondo incontro
Fonte Eo Ipso Srl www.eoipso.it