Prendendo l’esempio della Toscana e della Romagna, sono aumentate di oltre 4 volte le ondate di caldo anomale nell’ultimo decennio rispetto agli anni’80. Evidente dai dati anche la ripresa delle precipitazioni estreme
La cronaca di questi giorni e mesi ha portato purtroppo alla ribalta l’impatto distruttivo causato da fenomeni meteorologici estremi (dall’alluvione in Toscana di questi giorni, alla Romagna, alle tempeste di grandine in Lombardia e nel Nordest, fino al caldo estremo e agli incendi al Sud). Si tratta di fenomeni ormai sempre più frequenti, che portano all’attenzione di tutti come il cambiamento climatico sia un problema serio e urgente. Per comprendere il clima e i suoi mutamenti e per prevenirne gli effetti, è fondamentale saper interpretare i dati. E oggi sono proprio i dati, l’oro di questo secolo, a permettere lo studio e la misura di questi fenomeni, della loro portata e purtroppo delle implicazioni sempre più impattanti.
In questo contesto nasce la collaborazione fra Fondazione IFAB (International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development), CMCC (Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) e Leithà, con l’obiettivo di analizzare, quantificare e monitorare nel tempo gli eventi meteorologici estremi.
I tre partner di progetto hanno unito le proprie competenze per sviluppare la piattaforma E3CI – European Extreme Events Climate Index. L’E3CI è un insieme di indici volti a fornire informazioni sulle aree interessate da diversi tipi di pericoli meteo-indotti e sulla gravità di tali eventi e copre tutta l’Europa, riportando i dati dal 1981 ad oggi. Nello specifico, sono considerate sette dinamiche: ondate di caldo, ondate di gelo, precipitazioni estreme, siccità, venti estremi, grandinate e incendi. Per ognuna, alla scala mensile, la stima di un indicatore permette di identificare le tendenze e le variazioni nel numero di eventi estremi, consentendo una migliore comprensione degli eventi occorsi. La standardizzazione dei valori rispetto al periodo di riferimento permette di comparare periodi e dinamiche differenti.
L’indice è la media di sette indicatori quali ondate di caldo, ondate di gelo, precipitazioni estreme, siccità, venti estremi, grandinate e incendi. L’utilizzo dell’indice E3CI permette di identificare le tendenze e le variazioni nel numero di eventi estremi, consentendo una migliore comprensione delle condizioni climatiche avverse.
L’indice mostra che negli ultimi 10 anni c’è stato un aumento delle temperature (è aumentato il numero dei giorni “caldi” con un indice maggiore di 1) ma soprattutto frequenti “colpi di frusta idroclimatici”: lunghi periodi di siccità alternati a brevi momenti con importanti precipitazioni (pioggia e grandine).
Un valore superiore ad 1 indica un’anomalia rispetto alla climatologia dell’area e del periodo. Prendendo il caso dell’Emilia-Romagna, dal punto di vista delle ondate di calore nel decennio dal 1981 al 1990 il numero di mesi con valori superiori all’unità era 0,8, per salire progressivamente a 1,4 nel decennio successivo, a 2,3 dal 2001 al 2010, per arrivare a 4,5 dal 2011 al 2023.
Se prendiamo il caso delle precipitazioni, è interessante notare come 9 su 10 dei mesi caratterizzati da valori dell’indicatore maggiori siano nell’ultimo decennio. si passa da 1,4 nel decennio 1981-1990 per scendere a 1,1 fra il 1991 e il 2010 e risalire ad 1,6 dal 2011 ad oggi, col maggio 2023 quale peggior mese in assoluto, dopo il febbraio 2015.
“L’indice è già utilizzato a livello professionale, per esempio dal settore assicurativo per meglio comprendere le aree a maggior rischio, ma è accessibile a chiunque, gratuitamente, sul nostro sito online, dove con una semplice interfaccia grafica si possono analizzare le serie storiche dei dati in tutti i paesi europei”, racconta Marco Becca, direttore di IFAB.
“Questi eventi estremi, nella loro drammaticità, ci fanno prendere coscienza del fatto che siamo su una china pericolosa e che la transizione green è fondamentale per il nostro futuro; in questo contesto l’utilizzo dei dati, reso possibile anche grazie alle moderne strutture di Supercalcolo, diventa sempre più importante. Comprendere i fenomeni è alla base dell’azione: sta a tutti noi, cittadini, aziende e policymakers, invertire questa tendenza ed i dati ed il digitale in tutte le sue componenti possono essere la risorsa decisiva per farlo. Proprio per questo IFAB si occupa di finanziare progetti innovativi e applicativi in ambito green e per la gestione del cambiamento climatico a disposizione delle imprese, della Pubblica Amministrazione e dei cittadini”.
Nei giorni scorsi IFAB, Radarmeteo e Hypermeteo (società che operano nel settore della meteorologia professionale sviluppando, applicazioni e dataset meteo-climatici ad alta risoluzione) hanno siglato un accordo per commercializzare e distribuire l’indice climatico E3CI European Extreme Events Climate Index, con l’obiettivo di fornire uno strumento di supporto alle attività dei settori impattati dal cambiamento climatico.
Fonte Ufficio stampa IFAB – Lifonti & Company – Bologna, 3 novembre 2023