Page 65 - AMBIENTE N 122
P. 65

L’ITALIA
                                                                                                  DEI COMUNI





                                                                  successivamente, più volte ricostruita sulle rovine di un
                                                                  tempio  ancora  precedente,  dedicato  a  Giove  pluvio  –  si
                                                                  presenta elegante nella struttura, con un bel porticato che

                                                                  introduce fisicamente e spiritualmente allo spazio sacro.
                                 LAZIO
                                                                  A  risultare  illuminato  in  maniera  solenne  è  l’altare,  in
                                                                  fondo alla vasta navata centrale, con ampi rosoni laterali

                                                                  da cui filtra una luce vivida, intensa che mette in risalto le

                                                                  volte mirabilmente affrescate. Suggestiva anche la cripta,
                                                                  spazio ancor più antico che presenta un ampio colonnato
                                                                  al termine del quale vi è un altare di pietra.
                                                                  La chiesa di San Tolomeo o chiesa del Rosario è costi-
                                                                  tuita da un’unica navata con tre cappelle per lato in cui è
                                                                  possibile ammirare altari lignei del Seicento ed una deli-
                                                                  ziosa cupola.
                                                                  Quella che si fa abbracciare anche al solo sguardo è la
                                                                  piazza del Comune, con il Palazzo municipale che vi si
                                                                  staglia  rapendo lo sguardo. Qui,  incastonata  alla  base,
                                                                  troviamo  la  celebre  fontana  settecentesca  scolpita nel
                                                                  travertino, un’opera che porta la firma di Filippo Barigio-

                                                                  ni, raffigurante la rocca di Nepi, dalle cui porte scorrono


                                                                  abbondanti le acque di vita. Nel 1743  la Congregazio-
                                                                  ne  del  Buon  Governo  autorizzò  il  Comune  cittadino  a
                                                                  procedere al completamento dell’edificio, un passo che

                                                                  diede però luogo ad un’annosa controversia tra proget-
                                                                  tista e amministrazione. L’opera in seguito fu più vol-
                                                                  te rimaneggiata per vari adeguamenti strutturali. Nello
                                                                  stesso palazzo si trova oggi il  Museo civico di Nepi,
                                                                  che comprende reperti archeologici importanti insieme a
                                                                  pregiatissime ceramiche.

                                                                  Ed infine in un così ricco sfondo paesaggistico, artistico,

                                                                  culturale e spirituale non si può che rimanere colpiti an-
                                                                  che dall’elegante senso di accoglienza e gentilezza nepesi-
                                                                  na, ospitalità che di fatto fa rima con convivialità.
                                                                  Ma dove se non a tavola si ritrova questo importante trat-
                                                                  to? Tanti i locali e i ristoranti che propongono le preli-
                                                                  batezze legate  alla  genuinità  dei  prodotti del  territorio.
                 La Rocca di cui sono ben visibili le mura e i bastioni difen-  Specialità accostate alla saggezza e all’abilità tramandate
                 sivi strutturalmente cambiò nel Quattrocento, con l’arrivo   nei secoli sino ad oggi. Qui la tradizione porta ad apprez-

                 di Rodrigo Borgia. Fu infatti fortificata la cinta muraria in-  zare il salame cotto e la scapicollata, il formaggio locale
                 torno al maniero suddiviso a sua volta in tre diversi piani.   dal gusto straordinario, i fegatini aromatici, fronne e pa-
                 La struttura rimase così fino all’arrivo di Pier Luigi Farne-  tate, tanto per citare alcune tra le tante proposte. Per non

                 se, duca di Nepi che volle accrescere la potenza difensiva   parlare dei deliziosi dolci come la crostata di visciole, i
                 del luogo aggiungendo due baluardi angolari. Il fortilizio è   fagottelli di Natale e le celebri fave dei morti, biscotti sec-
                 oggi utilizzato come suggestivo sfondo per eventi e manife-  chi di mandorle che si assaporano volentieri con sambuca
                 stazioni culturali di grande rilievo e risonanza.  e con vin santo.
                 Le torri medievali si erigono raccontando un passato fat-  Per chi in tutta semplicità volesse poi dissetarsi con l’ac-
                 to di avvistamenti, aneddoti, curiosità. Tra queste ricor-  qua sorgiva del luogo potrà berla briosa e fresca, anche
                 diamo Torre di corte, Tor di Valle, le cosiddette case Torri   direttamente da una fontanella dalla quale sgorga per al-


                 a pianta quadrata, solide, affidabili, severe.     cune ore al giorno, briosa e fresca come il sorriso della
                 Visitando il centro storico di Nepi sono poi moltissimi i   gente di questo incantevole centro della Tuscia.◆
                 piccoli gioielli della devozione come, ad esempio, la chie-
                 setta di San Vito, una gemma che è poco più che una
                 cappella, ricordata in un documento risalente al 1467 seb-
                 bene la struttura sia ben più antica.
                 Camminando per le strade della città si osserva come vi
                 siano minute quanto preziose gioie poste accanto a gran-
                 di tesori come quello della cattedrale di Nepi, intitolata
                 a Santa Maria Assunta. La chiesa sorta nel V secolo e

                                                                                                                   63
   60   61   62   63   64   65   66   67   68   69   70