Sono felice di comunicare che esce il Italia il primo ottobre il nuovo libro di Jeremy Rifkin, Pianeta Acqua. Ripensare la nostra casa nell’universo.
Che cosa accadrebbe se d’improvviso ci rendessimo conto che il pianeta su cui viviamo sembra stranamente alieno, come se fossimo stati teletrasportati in qualche altro mondo remoto? Questa possibilità spaventosa è realtà oggi. La nostra idrosfera planetaria, che anima tutta la vita sulla Terra, si sta ribellando per effetto di un clima segnato dal riscaldamento globale, provocando nevicate eccezionali d’inverno, diluvi biblici in primavera, devastanti siccità, ondate di calore e incendi incontrollati in estate, letali uragani in autunno, e seminando il caos negli ecosistemi, nell’infrastruttura e nella società. Se sono i combustibili fossili ad accendere la miccia, è l’idrosfera a suonare la campana a morto.
In Pianeta Acqua Jeremy Rifkin sostiene che abbiamo frainteso la natura stessa della nostra esistenza, senza comprendere a che cosa dobbiamo la nostra sopravvivenza. Abbiamo a lungo creduto di vivere su un pianeta di terre emerse mentre la realtà è che viviamo su un pianeta d’acqua, e ora l’idrosfera della Terra, mentre cerca una nuova normalità, ci sta portando a un’estinzione di massa.
Rifkin ci chiede di renderci conto dell’incredibile hýbris di aver ritenuto che la nostra specie potesse sequestrare, pacificare, convertire a proprietà, mercificare e dominare tutte le acque del pianeta per i nostri esclusivi scopi utilitaristici. Eppure, questo è esattamente ciò che ci siamo proposti di fare seimila anni fa con l’ascesa delle civiltà idrauliche urbane in tutto il mondo. E adesso ci ritroviamo intrappolati in una massiccia e devastante rete commerciale di superdighe idroelettriche, laghi artificiali, invasi e onnipresenti infrastrutture idrauliche, che sta andando incontro al collasso alle prese con un’idrosfera che si rinaturalizza.
Il grande reset, dice Rifkin, è ripensare le acque come una «fonte di vita» invece che come una «risorsa» e imparare ad adattarci all’idrosfera invece di adattare l’idrosfera a noi.
Rifkin ci conduce in un nuovo futuro ove dovremo di necessità rivalutare ogni aspetto del modo in cui viviamo: come ci rapportiamo alla natura, come pratichiamo la scienza, come governiamo la società, come concettualizziamo la vita economica, come educhiamo i nostri figli, e perfino come ci orientiamo nel tempo e nello spazio sul nostro pianeta d’acqua.
La prossima fase della saga dell’umanità consiste nel ridenominare la nostra casa Pianeta Acqua e inaugurare un Blue Deal e una Blue Economy che affianchino il Green Deal e la Green Economy.
Il grande dibattito in corso in Europa negli ultimi sei mesi ha al suo centro l’appello per un «Blue Deal» che si affianchi al «Green Deal» come prossimo balzo in avanti nell’Unione Europea. Allo stesso tempo, l’agenda della «Blue Economy» sta venendo alla luce anche in Cina e in Corea come momento centrale della riconsiderazione della vita sul Pianeta Acqua e si accinge a migrare pure nel Nordamerica, nel Regno Unito e in altre nazioni di tutto il mondo nei prossimi mesi.
I settori industriali chiave, la comunità dell’agricoltura, i governi, il mondo accademico e la società civile stanno tutti convergendo su una prospettiva e una strategia volte ad affrontare un cambiamento progressivo del clima prodotto da un’idrosfera che si rinaturalizza e che stermina le creature nostre compagne e mette in pericolo la nostra stessa specie su una scala senza precedenti nella storia; e dovunque l’umanità è spaventata e in cerca di risposte.
L’appello per un consistente «Blue Deal» che vada di pari passo con l’attuale «Green Deal» in Europa sarà l’elemento centrale della nuova agenda ampliata dell’appena eletta Commissione Europea sotto la presidenza di Ursula von der Leyen. Il dibattito si sta concentrando su un certo numero di temi critici, tra cui lo sviluppo di una nuova infrastruttura idrica resiliente, nuovi modi di ripensare la tutela e il riciclo delle acque, l’ampliamento progressivo dell’infrastruttura dell’idrogeno verde, nuove impostazioni della gestione delle acque nelle industrie e in agricoltura, mutamenti di paradigma nella scienza e nella tecnologia su un pianeta d’acqua, e nuovi approcci alla pedagogia, ai piani di studio, alla formazione clinica nonché progetti di incubazione al livello delle università e della scuola secondaria… con l’obiettivo di ripensare l’acqua come una «fonte di vita» piuttosto che come una «risorsa».
Questa svolta fondamentale nel modo in cui la famiglia umana si rapporta all’acqua a livello planetario comporterà un ripensamento dello sviluppo delle politiche e delle pratiche in via di attuazione, ponendo la «Blue Economy» accanto alla «Green Economy» al vertice dell’agenda per le nazioni di tutto il mondo. Pianeta acqua offre la narrazione, la prospettiva e la visione del modo adeguate a ripensare la vita sul nostro pianeta d’acqua, oltre a un solido programma relativo a ogni aspetto della società nel compimento di questa trasformazione del futuro della nostra specie.
Basata su una solida attività di ricerca, quest’importante nuova opera di uno degli intellettuali impegnati nell’arena pubblica più influenti a livello mondiale mira a ridefinire il nucleo stesso della nostra esistenza sul Pianeta Acqua.
Jeremy Rifkin è autore campione di vendite di ventitré libri tradotti in trentacinque lingue. È il principale artefice dei piani economici dell’Unione Europea e della Cina per la transizione a una Terza Rivoluzione Industriale che affronti il mutamento climatico ed è stato consigliere del leader della maggioranza al Senato, Charles Schumer, sul piano infrastrutturale degli Stati Uniti. È annoverato tra i dieci pensatori economici più influenti nella rassegna globale delle «Voci più influenti del mondo» pubblicata da «The Huffington Post».