Una vivace realtà alle porte di Torino che, anticipando i tempi, ha saputo investire sulla transizione green e sul coinvolgimento attivo della sua comunità. Come? Scommettendo già venti anni fa su un ecomuseo e oggi su un nuovo progetto all’insegna della sostenibilità ambientale quale il Reland – Parco sperimentale per la resilienza e il riuso
C’è un piccolo paese nel Piemonte che rappresenta l’esempio perfetto di come dovrebbe essere la transizione ambientale: condivisa, pianificata e plasmata sulle esigenze della comunità e del territorio. Il comune in questione è Cambiano, un centro di 6.000 abitanti alle porte di Torino ricco di storia, ma anche aperto alle novità e al rinnovamento. La sua comunità è infatti riuscita a trasformare i luoghi del suo passato industriale in laboratori creativi e in fucine di idee e sperimentazioni. Sebbene l’economia tradizionale sia infatti composta da un mix tra agricola e industriale legata alla presenza di fornaci per la produzione di mattoni, che all’inizio del secolo scorso diventò motore di un buon incremento demografico. Nel 1982 si insediò qui il Centro Studi e ricerche della Pininfarina che, per celebrare i trent’anni di presenza sul territorio, scelse di chiamare Cambiano la concept car presentata nel 2012 al Salone dell’auto di Ginevra.

L’impegno nella sostenibilità. Ma, lo si diceva all’inizio, Cambiano non è solo una vivace realtà produttiva a pochi chilometri dal capoluogo piemontese. È soprattutto una realtà che, precorrendo i tempi, ha saputo investire sulla transizione green e sul coinvolgimento attivo della sua comunità. A dimostrarlo il titolo di “Comune Riciclone” assegnato a Cambiano da Legambiente ormai da alcuni anni e oggi conquistato riducendo ulteriormente la produzione pro-capite di rifiuto indifferenziato passata nel 2022 da 74,3 a 71,5 kg l’anno. Ma non basta. In un arco temporale di trent’anni, e in anticipo rispetto ad altre realtà, Cambiano ha saputo rivoluzionare la destinazione d’uso di edifici industriali, valorizzando progetti innovativi in ambito culturale e ambientale.

L’ecomuseo dell’argilla. Tra questi un posto d’onore va di sicuro riservato al Munlab – Ecomuseo dell’Argilla aperto nel 2001, quando in Italia non si parlava nemmeno di ecomusei e di transizione green. Sorto negli spazi di smessi di una ex fornace, il Munlab è nato per raccontare la storia della produzione dell’argilla, ma ribaltando completamente l’approccio canonico e le relazioni tra persone e museo. La scelta è stata quella di puntare non sulle tradizionali collezioni d’arte, ma su eventi partecipati e laboratori aperti a scuole e abitanti per lo scambio di conoscenze, sulle esplorazioni a piedi del territorio circostante e sugli incontri con le realtà locali.

Il nuovo progetto. La stessa filosofia, del resto, alla base di un altro progetto all’avanguardia promosso dal comune di Cambiano, Politecnico di Torino e l’associazione Offgrid Italia e che porta il nome di Reland – Parco sperimentale per la resilienza e il riuso. Un parco attualmente in fase di realizzazione, dove le strutture sono ricavate dalla conversione di materiali di scarto, destinato a diventare un luogo di sensibilizzazione sui temi dell’efficienza energetica, del riuso e dell’architettura del reimpiego, pensato anche per alimentare il desiderio di fare qualcosa per il pianeta attraverso la dimensione ludica. Un impegno a favore della sostenibilità che il comune di Cambiano ha scelto di declinare anche attraverso un ricchissimo calendario di eventi. Un calendario che ha il suo fulcro in “Cambiano come Montmartre”, manifestazione artistica che nelle ultime edizioni ha sviluppato tematiche ambientali e dato risalto ad enti e realtà associative che operano in questo ambito, ospitando mostre e conferenze dedicate al tema della crisi climatica e della salvaguardia del territorio.
