BLUE GROWTH: SOSTENIBILITÀ MARINA E COLLABORAZIONE OLTRE I CONFINI NELL’ADRIATICO

La Blue Growth (BG) è una strategia di lungo respiro proposta e approvata dalla Commissione Europea (DG MARE) nel 2012 a supporto della crescita sostenibile dei settori marittimi e del raggiungimento di un’economia verde, secondo gli obiettivi della strategia Europe2020.

Articolo di Giulio Pojana – Beatrice Zavattini – Francesca Barbieri – Università Ca’ Foscari Venezia (luglio 2023)

Il Mar Adriatico è ormai da molti anni un laboratorio di numerosi progetti volti al raggiungimento di un’economia marittima sostenibile. Tra questi, il progetto europeo RESISTANCE (Raising awarenESs of MarItime Spatial planning imporTANCE) del programma Interreg Italia-Croazia si sta focalizzando sulle problematiche e sulle sfide legate alla Marine Spatial Planning (MSP) ed alla BG nell’area adriatica. La MSP è il “processo tramite cui le autorità competenti analizzano e organizzano le attività umane nelle aree marine per raggiungere obiettivi ecologici, economici e sociali, sviluppo sostenibile e resilienza agli impatti dei cambiamenti climatici” (UNESCO). Numerosi Paesi in tutto il mondo stanno lavorando alle loro MSP, in modo da modellarle su nuovi traguardi e obiettivi, come le energie rinnovabili, il raggiungimento del 10% delle aree marine protette (MPA, Marine Protected Areas) e, appunto, la BG Economy (BGE). Spingendo proprio sulla necessità del raggiungimento del Good Environmental Status (GES) indicato dalla Commissione Europea, molti dei progetti cluster inclusi nel progetto RESISTANCE hanno sviluppato e proposto buone pratiche e raccomandazioni, in modo da favorire la BG e istituire una MSP efficace in tutti i paesi bagnati dal mare Adriatico.

Ad esempio, nel progetto Dory un focus particolare è stato riservato agli stock di sogliola (Solea solea), la quale ha un importante ruolo economico sia in Italia che in Croazia. Si è proposta la tutela di un particolare tratto di mare tra la Croazia e l’Italia, chiamato “Sole sanctuary”, in cui le sogliole vanno a riprodursi. Qui è stata regolamentata la pesca a strascico ed è stato proposto un aumento della dimensione minima di sbarco di questa specie a 25 cm, in modo da farle raggiungere la piena maturità sessuale. L’applicazione di queste misure tutelerebbe non solo la sogliola, ma anche altre specie, quali la seppia, per la quale attualmente non esiste una taglia minima di sbarco.

Il progetto SOUNDSCAPE ha prodotto un primo atlante mensile del rumore sottomarino nel Mar Adriatico settentrionale, creando una stretta cooperazione transfrontaliera tecnica, scientifica e istituzionale tra l’Italia e la Croazia, grazie all’uso di idrofoni e l’implementazione di una rete di monitoraggio condivisa. Questo progetto ha evidenziato alcune buone pratiche da seguire per diminuire il disturbo sulla fauna marina in specifiche aree e periodi, come il periodo di riproduzione di alcune specie o la sopracitata area “Sole sanctuary”.

Il progetto SASPAS si è invece concentrato sul miglioramento della protezione dell’ecosistema del Mar Adriatico. L’obiettivo è stato quello di incrementare il mantenimento ed il ripristino delle praterie di fanerogame attraverso la posa di sistemi di ancoraggio innovativi e di trapianti pilota, uniti allo sviluppo di un sistema di gestione integrato delle fanerogame in due baie del Parco delle Incoronate (Kornati), dove l’ancoraggio libero, permesso da molti anni, ha gravemente danneggiato le praterie presenti. Nell’ottica della MSP, il progetto SASPAS è un evidente esempio virtuoso di salvaguardia delle aree marino-costiere protette. Il progetto ECOSS ha sviluppato invece una piattaforma scientifica online (ECOAdS) per integrare le informazioni ecologiche ed oceanografiche all’interno della strategia della rete Natura 2000. I numerosi dati riguardanti le strutture, le infrastrutture e le risorse naturali sono stati quindi elaborati mettendo in rilievo i principali punti di forza, debolezza e lacune delle aree prese in considerazione. Questa indagine ha evidenziato la mancanza di piani di gestione e di monitoraggio coordinati e sistematici sia in Italia che in Croazia. I risultati del progetto potranno essere sfruttati in particolare per la gestione dell’inquinamento marino e dei piccoli porti.

Il progetto ECOMAP ha focalizzato invece la sua attività proprio sulla gestione ecologica dei piccoli porti, sviluppando una strategia per migliorare la gestione sostenibile dei porti marittimi e turistici. Sono state svolte numerose indagini sulla qualità microbiologica dell’acqua e dei sedimenti, contribuendo a migliorare le conoscenze sugli impatti di tali strutture sull’ecosistema marino. I dati raccolti sono stati poi utilizzati per sviluppare protocolli integrati di geofisica ed ecologia.

Il progetto ML-REPAIR ha operato sulle coste italiane e croate nell’ambito della sensibilizzazione sul problema dei rifiuti marini(Marine Litter, ML), che affligge ormai tutti i mari, ma in particolare bacino semi-chiusi a fortemente antropizzati quali il Mar Adriatico, in particolare attraverso il coinvolgimento dei pescatori in attività di Fishing for Litter (FfL), ovvero il conferimento a terra dei rifiuti marini accidentalmente raccolti durante le attività di pesca. Sono stati ottenuti degli ottimi risultati, quali un notevole aumento della consapevolezza delle persone tramite numerosi eventi dedicati, la realizzazione di un’app Android dedicata alla raccolta dei rifiuti (ML-REPAIR App) e una estesa attività di FfL, che ha portato a raccogliere ca. 60 tonnellate di rifiuti marini tra Italia e Croazia. La principale buona pratica suggerita è stata la necessità di aumentare il monitoraggio dei fondali marini e la continuazione delle attività di FfL dopo la fine del progetto, buone pratiche che nell’ambito della MSP rinforzerebbero sicuramente la Blue Growth e la sostenibilità ambientale. Anche il progetto NET4mPlastic si è concentrato sul ML, sviluppando nuove soluzioni per identificarne l’accumulo ed evidenziarne gli impatti sull’ambiente e sulla salute umana. Il progetto si è concentrato in particolare sulle microplastiche, assorbite dal biota marino lungo tutta la catena alimentare. I risultati ottenuti hanno permesso anche di comprendere meglio la distribuzione geografica delle microplastiche superficiali grazie a simulazioni numeriche utilizzate per sviluppare un EWS (Early Warning System), nonché di sviluppare linee guida e indicatori per un corretto consumo dei molluschi, prevenendo i potenziali rischi per la salute umana.

I protocolli e gli strumenti sviluppati durante questi progetti cluster, e diffusi attraverso i vari eventi organizzati nell’ambito del successivo progetto RESISTANCE potranno essere applicati ad altre aree dell’Adriatico e supportare il raggiungimento del GES (Direttiva 2008/56/CE) nelle stesse attraverso una comunicazione capillare e collaborazioni più strette tra istituzioni scientifiche e pubbliche, stakeholder e cittadini.

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