- I rinnovati obiettivi scientifici di riduzione dei gas serra (GHG) rafforzano quelli già fissati da Nomad Foods nel 2021, compreso l’impegno a raggiungere, entro il 2050, emissioni net-zero lungo l’intera catena del valore.
- Gli obiettivi includono una riduzione del 90% delle emissioni GHG scope 1 e 2 entro il 2050, rispetto all’anno di riferimento 2019.
- L’azienda si impegna inoltre a ridurre del 72% le emissioni GHG scope 3 FLAG* e del 90% le emissioni non-FLAG** entro il 2050, rispetto al 2019.
Roma, 9 ottobre 2025 – Nomad Foods, gruppo proprietario di Findus e leader europeo nel settore dei surgelati, ha annunciato che la Science Based Targets initiative (SBTi) ha convalidato il suo obiettivo net-zero al 2050 e approvato i nuovi obiettivi scientifici di riduzione dei gas serra relativi alle proprie attività e alla catena di approvvigionamento. I nuovi target rafforzano quelli già fissati da Nomad Foods nel 2021.
Gli obiettivi, coerenti con le riduzioni necessarie per mantenere il riscaldamento globale entro 1,5°C in linea con l’Accordo di Parigi, prevedono:
- Riduzione assoluta delle emissioni GHG scope 1 e 2 del 74,8% entro il 2033 (rispetto al 2019).
- Riduzione assoluta delle emissioni GHG scope 3 non-FLAG** del 35,0% entro il 2033 (rispetto al 2019).
- Riduzione assoluta delle emissioni GHG scope 3 FLAG* del 42,4% entro il 2033 (rispetto al 2019).
- Riduzione assoluta delle emissioni GHG scope 1 e 2 del 90,0% entro il 2050 (rispetto al 2019).
- Riduzione assoluta delle emissioni GHG scope 3 non-FLAG** del 90% entro il 2050 (rispetto al 2019).
- Riduzione assoluta delle emissioni GHG scope 3 FLAG* del 72,0% entro il 2050 (rispetto al 2019).
“I sistemi alimentari contribuiscono per oltre un terzo alle emissioni globali di gas serra: per questo, l’industria alimentare ha una responsabilità cruciale nel supportare la transizione verso le emissioni net-zero”, dichiara David Pettet, Head of Sustainability di Nomad Foods. “In qualità di leader europeo nel settore dei surgelati, ci impegniamo ad aiutare milioni di consumatori ad optare per pasti più sostenibili, attraverso scelte che riducano l’impatto ambientale senza compromettere gusto, qualità, convenienza o accessibilità. Siamo orgogliosi che i nostri obiettivi di riduzione delle emissioni siano stati approvati da SBTi, a ulteriore dimostrazione del nostro impegno nel contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico”.
L’azienda ha già ottenuto importanti progressi riducendo le proprie emissioni assolute del 40,8% e l’intensità delle emissioni del 37,4% rispetto al 2019, in linea con i primi obiettivi SBTi fissati nel 2021. Nel 2020, Nomad Foods è diventata firmataria dell’iniziativa globale 10x20x30, volta a dimezzare le perdite e gli sprechi alimentari nelle catene di approvvigionamento entro il 2030. Ha già ridotto gli sprechi alimentari commestibili per tonnellata di prodotto finito del 37,7% rispetto al 2015.
Nomad Foods ha inoltre confermato che, entro il 2030, il 100% dell’elettricità scope 2 per stabilimenti, uffici e magazzini sarà acquistata da fonti rinnovabili (attualmente il livello di approvvigionamento è pari al 96,8%).
Nel 2024, Nomad Foods è stata il primo produttore alimentare a entrare a far parte della coalizione Move to -15°C. L’adesione è avvenuta a seguito di uno studio pioneristico di 18 mesi per valutare se fosse possibile aumentare le temperature di conservazione dei surgelati, con conseguenti significative riduzioni delle emissioni di carbonio e dei costi, senza compromettere la qualità o la sicurezza dei prodotti. La coalizione Move to -15°C è sostenuta da importanti attori mondiali del settore del trasporto, della logistica, della produzione e del commercio, uniti dall’obiettivo di ridurre le emissioni di carbonio lungo le catene di approvvigionamento degli alimenti surgelati.
*Le emissioni FLAG sono quelle legate a foreste, agricoltura e utilizzo del suolo.
**Le emissioni non-FLAG comprendono quelle generate da beni e servizi acquistati, attività legate a carburante ed energia, trasporto e distribuzione a monte, rifiuti prodotti dalle attività aziendali, viaggi di lavoro, spostamenti casa-lavoro dei dipendenti e dai beni concessi in leasing a valle.
Findus
Findus è un marchio di proprietà in Italia di CSI – Compagnia Surgelati Italiana Spa – azienda leader nella produzione e commercializzazione di prodotti nel settore Surgelati e annovera tra i suoi marchi alcuni tra i più conosciuti ed amati in Italia. Il portfolio, infatti, include anche marchi quali Quattro Salti in Padella, Sofficini, Capitan Findus e tanti altri. www.findus.it
Nomad Foods
Nomad Foods è la principale azienda europea nel settore dei surgelati. Il portafoglio del gruppo comprende marchi iconici come Birds Eye, Findus, iglo, Ledo e Frikom, presenti da generazioni nelle case dei consumatori e sinonimo di cibo gustoso, pratico, di alta qualità e nutriente. Nomad Foods ha sede nel Regno Unito. www.nomadfoods.com
SBTi
La Science Based Targets initiative (SBTi) mira a stimolare un’azione climatica ambiziosa da parte delle imprese, mobilitandole affinché definiscano obiettivi basati sulla scienza per ridurre le emissioni di gas serra e rafforzando il proprio vantaggio competitivo nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Nasce da una collaborazione tra CDP (ex Carbon Disclosure Project), il Global Compact delle Nazioni Unite, il World Resources Institute (WRI) e il World Wide Fund for Nature (WWF). La call to action della SBTi fa parte degli impegni della We Mean Business Coalition. L’iniziativa definisce e promuove le migliori pratiche nella definizione di obiettivi scientificamente fondati, fornisce risorse e linee guida per ridurre le barriere alla loro adozione e valuta e approva in modo indipendente gli obiettivi delle aziende.
Gli obiettivi adottati dalle imprese per ridurre le emissioni di gas serra (GHG) sono considerati “basati sulla scienza” quando risultano coerenti con ciò che la scienza climatica più aggiornata indica come necessario per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi: limitare l’aumento delle temperature globali a ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli pre-industriali e proseguire gli sforzi per contenere l’aumento a 1,5°C.