Uomo dalle mille battaglie ambientaliste, icona della difesa della natura sin dalla nascita del WWF Italia da lui voluta, a metà anni 60: con la scomparsa quest’anno di Fulco Pratesi l’Italia, la società civile hanno perso un prezioso difensore della natura e un grande uomo. Dalla metà degli anni 80, Pratesi è stato vicino anche a Paolo Fanciulli, conosciuto come Paolo il Pescatore. Un pescatore artigianale che da quasi mezzo secolo, nella zona di mare di Talamone e Parco dell’Uccellina, nel sud della Toscana, difende acque e fondali dalla pesca a strascico illegale, quella effettuata entro le tre miglia dalla costa o con fondali meno profondi di 50 metri. Un sistema che causa la distruzione di flora e fauna, incluse le preziose praterie di posidonia. “Fulco è stato vicino a Paolo il Pescatore sin dalle sue prime lotte per la difesa del mare, per arginare il fenomeno della pesca a strascico illegale”, raccontano Ilaria De Bernardis e Marco Santarelli, autori di un libro edito nel 2021 sulla storia di Paolo, “e per questo è stato subito entusiasta di scriverne la prefazione. Aveva grande stima di Paolo e della sua genuina e generosa lotta. ll giorno della presentazione del libro alla Gnam, la Galleria nazionale d’arte Moderna, è stato assieme a Paolo il protagonista della serata”.
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Ilaria De Bernardis e Marco Santarelli (in foto con Paolo Fanciulli, conosciuto come Paolo il Pescatore, davanti alla maxi copertina del libro) come avete conosciuto Paolo il Pescatore?
Nel 2012 Paolo, affiancato dall’artista Massimo Catalani, dette un cambio di marcia al progetto di difesa del mare. Dapprima aveva combattuto fisicamente i pescatori illegali, tra gli anni 80 e l’inizio del duemila, rischiando anche la vita. Poi, con il sostegno di Regione Toscana e Unione europea aveva iniziato a far calare blocchi di cemento che impedissero il passaggio delle reti a strascico illegali, tra Talamone e il Parco dell’Uccellina fino a quasi la foce del fiume Ombrone, un tratto di costa di oltre dieci miglia. Poi la folgorazione: a difesa della bellezza del mare, il bello dell’arte. Statue di marmo, blocchi di 10 tonnellate, scolpite da artisti famosi, da posare a difesa della costa. Il primo artista fu appunto Catalani, che già frequentava Talamone con la sua barca a vela. Scolpì le prime statue a cielo aperto, a Villa Torlonia a Roma. Noi attraverso Catalani conoscemmo il progetto, un po’ onirico e un po’ folle, e poi lo stesso Paolo e subito rimanemmo colpiti dal suo carisma e dalla determinazione. Nulla poteva fermarlo. Successivamente iniziammo a frequentare Talamone in estate, approfondimmo la conoscenza di Paolo uscendo più volte con lui in barca. Durante il secondo lock down, nell’autunno del 2020, decidemmo di scrivere il libro.
Perché?
Perché su Paolo c’era tanta letteratura giornalistica, di tutto il mondo, dal britannico the Guardian al New York Times, ma non un libro che riassumesse la bellezza del progetto, la sua genesi e crescita. Iniziammo a registrare i racconti di Paolo, la sua storia, la sua vita, e ad esaminare i faldoni di documenti degli ultimi 40 anni che aveva conservato in modo certosino. Articoli di giornale, foto, denunce, lettere, proteste e così via. A marzo ’21 il lavoro era finito, a giugno in libreria.
Che impatto ebbe il libro al momento dell’uscita?
Molto positivo. Tante presentazione ufficiali, due a Talamone, a Grosseto alla libreria Mondadori, a Roma alla Gnam, a Milano. Tante informali poi nelle sere d’estate all’ittiturismo di Paolo o sul suo peschereccio ogni volta con turisti rapiti dai racconti. Da quel momento Paolo ha usato il libro come testimonianza completa della sua battaglia per la difesa dell’ambiente.
Ci sono aneddoti simpatici relativi a quando stavate scrivendo il libro?
Uno personale: durante il lock down, grazie al contratto con l’editore, potevamo andare nel fine settimana da Paolo e al Parco dell’Uccellina per le ricerche e registrazioni di cui abbiamo già parlato. Su Paolo, più che aneddoti simpatici, a ogni presentazione la conferma delle sue capacità di comunicazione: straordinarie. Solo una passione vera e profonda può portare un pescatore a comunicare con tanta intensità la sua storia. La sera della presentazione alla Gnam, il 16 settembre ’21, a mezzanotte, Paolo avrebbe compiuto 60 anni. Ed è stato bellissimo festeggiarlo lì insieme. Arrivato da Talamone, fu affascinato dalla grandiosità e bellezza architettonica della Gnam. Tra marmi, noti giornalisti, moderatrice fu Francesca Sforza de La Stampa, e uomini di governo, intervenne Enzo Amendola, all’epoca Ministro responsabile delle politiche UE, Paolo si trovò subito a suo agio, seppur lontano da tramagli, reti, scandaglio e timone, senza alcun tentennamento coinvolse la platea con la sua passione sincera per il mare e il museo sommerso.
Quali strumenti dovrebbero adottare gli enti pubblici e quelli preposti al turismo per incentivare una scelta sostenibile?
Gli strumenti ci sono, dal tiraggio delle risorse comunitarie ai fondi nazionali. Occorre lungimiranza, volontà di mettere in campo una “buona politica”, di lungo periodo e che sia dalla parte delle persone e per la tutela del territorio. La Regione Toscana, con la storia di Paolo, ha dimostrato di saperlo fare. Anche di recente il Presidente della Regione, Eugenio Giani, ha incontrato paolo a Talamone.
Hai avuto occasione di conoscere alcuni turisti delle opere del museo sommerso. Quale ti ha colpito di più o perchè? Se vuoi anche più di uno.
Ogni estate, in barca di giorno e all’ittiturismo la sera, Paolo incontra turisti che restano affascinati dalla sua storia. Alcuni visitano le opere sommerse facendo snorkeling e immersioni, alcuni sostengono il suo progetto comprando il libro (i diritti sono devoluti al progetto per ingrandire il museo) o facendo donazioni.
Ci tieni a ringraziare qualcuno di particolare?
Paolo, perchè ha capito che il mare aveva ed ha bisogno di essere difeso e si è battuto tutta la vita per questo, a beneficio di tutti noi. E Fulco Pratesi che, tra le tante, ha fatto sua anche questa battaglia e ha sostenuto Paolo, allora ignoto pescatore locale, quando era davvero solo, a rischio, con tutti contro. Pareva ai più solo un eccentrico mentre era un visionario: Fulco l’aveva capito.
LIBRO “LA CASA DEI PESCI – STORIA DI PAOLO IL PESCATORE”
PREFAZIONI DI FULCO PRATESI E ALESSANDRO GIANNI’
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