Il Risparmio Idrico nel settore industriale, tecnologia al servizio dell’ambiente

Il comparto acqua è uno dei settori più complessi e articolati da comprendere e descrivere. In questo articolo cercheremo di mettere a fuoco alcune criticità nei diversi ambiti, suggerendo qualche soluzione già disponibile

Nel settore industriale l’acqua è una risorsa. Anche per la Terra e per l’ambiente però lo è. Cosa accade allora quando la stessa risorsa condivisa viene utilizzata in maniera eccessiva dagli impianti industriali? Accade che quello che sarebbe un mezzo per il sostentamento dell’ambiente mondiale, diventa appannaggio dannoso di un solo settore. È necessario, in un mondo sempre più green ed ecosostenibile prestare molta attenzione ad un aspetto che troppo spesso viene ignorato come questo. Forse non si ha ben chiaro l’impatto dell’utilizzo idrico nel settore industriale.
L’acqua viene usatapraticamente da tutte le industrie: da quello alimentare a quello tessile, passando per i settori dell’elettronica, della chimica, della farmaceutica fino ad arrivare agli usi in cosmetica. Se è vero che l’industria si sviluppa ad una velocità notevole per quanto riguarda le innovazioni, è giusto che un ampio spazio sia dato a quelle che già esistono e che permettono di ridurre il consumo idrico.

Industria, come ridurre le risorse idriche nel rispetto dell’ambiente

Ovviamente la prima cosa che si può fare per ridurre il consumo idrico, ad esempio, è agire sugli sprechi. Questo non vuol dire solo, anche se è essenziale, limitare l’uso non necessario, ma può applicarsi anche nel trattamento acque reflue. Si tratta del procedimento che viene applicato alle cosiddette acque di processo. Sono tutte quelle acque che vengono alterate durante l’uso nei cicli tecnologici dei settori industriali.

Ecco allora che il trattamento acque reflue può, attraverso dei procedimenti chimici, fisici e biologici, depurare le acque di processo che quindi potranno essere riciclate e fruibili di nuovo. Oltre a questo aspetto, vanno considerate tutte quelle tecniche produttive già disponibili che da un lato portano a consumare meno acqua, dall’altro hanno un basso impatto sui corsi d’acqua e sul mare. Ecco qualche esempio:

  • impianti di purificazione e riciclaggio: alcune grandi aziende della moda mondiale hanno investito in queste strutture, riuscendo a risparmiare ben un miliardo di litri ogni anno;
  • electrospinning: nell’industria alimentare esiste una tecnica che filtra i liquidi eliminando i batteri in maniera efficace riducendo l’impiego di acqua di 1/6, solo con l’utilizzo di una membrana in nylon 6;
  • pannelli anti evaporazione: questo sistema, anch’esso impiegato nell’industria alimentare, usa dei pannelli al cui interno sono posizionate sfere di 10 centimetri tenute insieme e che formano appunto una copertura anti evaporazione. In questo modo l’acqua impiegata nei processi industriali non viene sprecata;
  • desalinizzazione: questo è il sistema che permette di ottenere acqua dolce dall’acqua salata in modo che possa essere usata in diversi settori;
  • riutilizzo delle acque reflue nell’industria tessile: come abbiamo già detto, le acque reflue rappresentano un patrimonio idrico che può essere riutilizzato, grazie a dei processi di purificazione. È quello che fanno già molte industrie tessili. Il processo specifico applicato è quello della elettrocoagulazione. Si tratta di eliminare le sostanze inquinanti, i coloranti e le sostanze chimiche dalle acque dopo i processi necessari nel tessile. Si usano dei cosiddetti processi a membrana di ultrafiltrazione e osmosi inversa.

Dietro queste parole molto tecniche si nasconde però in fondo un principio molto semplice. L’acqua è necessaria, ma necessario è anche tutelare il patrimonio più importante dell’umanità con processi sempre più sofisticati che invece di guardare al consumismo si concentrino sul risparmio idrico.

Ambiente Magazine

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