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la comunicazione e la condivisione. Co- nuova decisione, in merito al coronavirus, bisettimanale, istituito norme comporta-
municazione, nel senso che qualsiasi nuova fosse scritta e condivisa insieme. In questo mentali per i lavori in squadra, si è triplicata
procedura operativa interna e qualsiasi istru- modo è stato approvato un regolamento la pulizia giornaliera degli uffici, oltre all’ap-
zione istituzionale sul COVID-19 fosse interno, più volte revisionato in funzio- plicazione di tutte le altre norme comporta-
resa nota a tutti in tempo reale, così come ne dell’evoluzione normativa, e in questo mentali richieste dalle istituzioni.
qualsiasi nuovo fatto accaduto in Azienda, modo sono state approvate tutte le difese E la cartina di tornasole che la condivisione
affinchè non nascesse il sospetto che “sta messe in atto in Azienda, tutte accolte po- ha dato i risultati sperati l’abbiamo percepita
succedendo qualcosa di strano”. sitivamente dal personale. quando i colleghi con incarichi di respon-
Ma il fattore principale è stata la condi- Abbiamo creato delle aree filtro di accesso sabilità (capo uffici, capoturno, ecc.) hanno
visione: creare, molto prima che la norma in funzione del luogo di svolgimento del chiesto di essere esonerati dallo smart wor-
nazionale lo richiedesse, un gruppo di la- lavoro, ufficio o impianto. Abbiamo fatto king e dalla fruizione delle ferie affermando
voro permanente con la partecipazione dei sanificare con prodotti per l’eliminazione che solo dando il buon esempio si può chie-
rappresentanti dei dipendenti in cui ogni del COVID-19 tutti i locali con frequenza dere un sacrificio agli altri.◗
Il virus siamo noi, da bruchi, da mosche, da lumache, da zanzare;
questo è ferito nella scorza e e cruciato all’aria
o al sole che penetra nella piaga; quello è offe-
ma anche la Natura so nel tronco, o nelle radici; quell’altro ha più
FILIPPO LA PORTA è matrigna foglie secche; quell’altro è ròso, morsicato nei
Saggista e critico fiori; quello trafitto, punzecchiato nei frutti.
letterario Quella pianta ha troppo caldo, questa trop-
po fresco”; troppa luce, troppa ombra; troppo
umido, troppo secco. L’una patisce incomodo
Per mettere in sicurezza il pianeta, almeno in modo definitivo, e trova ostacolo e ingombro nel crescere, ello
occorrerebbe l’estinzione della specie umana. Siamo probabilmente stendersi; l’altra...” Per concludere che “ogni
noi il virus principale e più invasivo. Ma, statene pur certi, il pianeta giardino è quasi un vasto ospitale (luogo ben
che lasceremmo incontaminato non sarebbe un giardino ridente... più deplorabile che un cemeterio”(Zibaldone,
4175). Cui si aggiunge, certo, anche l’interven-
to della “donzelletta sensibile e gentile”, che
a bene, è tutta colpa nostra. Il CO- sempre una minaccia per noi, e per tutte le “va dolcemente sterpando e infrangendo steli”.
VVID-19 è conseguenza della urbaniz- specie che nel tempo si sono estinte! E che, Ecco, un brano del genere, del pessimista-vi-
zazione, della deforestazione, del sovraffol- soprattutto, la natura è un ecosistema fonda- talista Leopardi, andrebbe fatto presente a
lamento, degli allevamenti intensivi, della to non solo un equilibrio dinamico ma sulla chi si commuove sul canto festoso degli uc-
velocità degli spostamenti, della distruzione guerra di tutti gli organismi contro tutti! Il cellini al mattino e poi durante il giorno si
sistematica dell’ambiente, della civiltà indu- COVID-19 ha pur sempre origini naturali, abbandona a violente geremiadi contro la
striale (che tanto piaceva a Marx ed Engels, al non nasce da manipolazioni di laboratorio. colpevole hybris umana (cioè contro la don-
netto dell’ingiustizia sociale), del turbocapita- E la natura, come sappiamo noi italiani che zelletta gentile, che in fondo non fa altro
lismo. Ce lo meritiamo. E anche se ho letto abbiamo studiato a scuola Leopardi, è in- che adeguarsi al quadro generale) Ripeto: al
in Rete che per qualche virologo il salto di differente agli individui e causa di infelicità mondo può anche far bene fermarsi per un
specie del virus (lo spillover zoonotico) esiste per tutti gli esseri; oltre ad avere la sgrade- po’, e certo l’economia, ancor prima del ca-
da sempre, che il coronavirus si è sviluppato vole propensione a eliminare brutalmente i pitalismo, non considera tra i suoi costi la
da un antenato che potrebbe circolare tra noi deboli e i meno adatti. Proviamo a rileggere distruzione delle risorse naturali (limitate),
da un secolo, etc., è evidente che la globaliz- la pagina dello Zibaldone, del 1826, sul giardi- come sottolinea il libro prima citato (e il fatto
zazione non può che alimentare fenomeni no ridente, e proprio nella più mite stagione che in Italia i Verdi sono al 2% la dice lunga
del genere. Ora, non ho dubbi sul fatto che dell’anno: “Voi non potete volger lo sguardo sulla nostra coscienza ecologista). Però me-
noi siamo la prima civiltà apparsa sulla faccia in nessuna parte che non vi troviate del pati- ditiamo sulla pagina leopardiana: la natura è
della Terra a non avere elaborato un senso del mento”. Da qui Leopardi passa a un elenco un ospedale permanente, fatto di distruzioni,
limite, a coltivare l’idea perversa di crescita impietoso: “Là quella rosa è offesa dal sole stragi, patimenti, offese, strazi. Ora, per met-
illimitata (per l’economia i beni della natura che gli ha dato vita; si corruga, langue, appas- tere in sicurezza il pianeta, almeno in modo
sono gratis e illimitati, come leggo nell’utile sisce. Là quel giglio è succhiato crudelmente definitivo, occorrerebbe l’estinzione della
libretto Biosfera, l’ambiente che abitiamo, di da un’ape, nelle sue parti più sensibili, vitali. Il specie umana (come auspicano i torvi anti-
E.Scandurra, I.Agostini, G.Attini). Però vor- dolce miele non si fabbrica dalle industriose, natalisti, discendenti degli antichi gnostici).
rei sommessamente ricordare a chi dice che pazienti, buone e virtuose api senza indicibili Siamo probabilmente noi il virus principale
noi umani costituiamo una minaccia per il tormenti di quelle fibre delicatissime, senza e più invasivo. Ma, statene pur certi, il pianeta
pianeta, che dunque non siamo la soluzione strage spietata di teneri fiorellini. Quell’al- che lasceremmo incontaminato non sarebbe
ma il problema, etc., che anche il pianeta è da bero è infestato da un formicaio, quell’altro un giardino ridente.◗
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