Verso un nuovo futuro sostenibile: l’invito alla conversione ecologica della “Laudato Sì” di Papa Francesco

L’articolo di Sabrina del Fico esplora l’incremento dell’impegno per la salvaguardia dell’ambiente e la promozione della sostenibilità attraverso l’educazione ecologica e l’azione pratica. Si analizza la “Laudato Si’” Action Platform come strumento guida verso un’economia circolare e un’ecologia integrata, evidenziando i “10 comandamenti verdi” ispirati dal documento papale. In un’intervista esclusiva, padre Joshtrom Isaac Kureethadam offre approfondimenti sul ruolo della Santa Sede e di Papa Francesco nell’accelerare questa trasformazione verso un futuro sostenibile.

Padre Joshtrom Isaac Kaureethadam, Coordinatore dell’Ufficio Ecologia e Creato, Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale
Papa Francesco

Sin dall’inizio del suo pontificato, Papa Francesco ha avuto molto a cuore la cura del creato e la difesa della nostra “casa comune”, il Pianeta che ci ospita e che è sempre più vittima dell’inquinamento, dello sfruttamento indiscriminato delle risorse, della crisi climatica. Abbiamo intervistato padre Joshtrom Isaac Kureethadam, che per anni ha guidato il settore Ecologia e Creato presso il Dicastero Vaticano e che è da sempre a fianco del Papa nelle iniziative per la difesa dell’ambiente, affinché ci parlasse delle numerose iniziative dello Stato Pontificio in merito.

Dal 2017 al 2023 Lei è stato coordinatore del settore Ecologia e Creato presso il Dicastero Vaticano: di cosa si è occupato?

Nel 2016, Papa Francesco creò per la prima volta un settore esclusivamente dedicato all’ecologia, coordinato da me per questi anni. Il settore Ecologia e Creato ha avuto come obiettivo, in questi anni, la cura del creato, e l’enciclica di Papa Francesco “Laudato si’” (2015) è stata la nostra guida in questa direzione. In questi anni abbiamo cercato, innanzitutto, di diffondere l’Enciclica e il suo messaggio ecologico sia dentro che fuori la Chiesa. Ricordiamo che quella cattolica è una comunità molto grande, con circa 1.4 miliardi di fedeli in tutto il mondo: abbiamo cercato di coinvolgere tutti – anche attraverso progetti in scuole, aziende, luoghi di aggregazione. Per farlo, abbiamo realizzato anche un documentario sull’Enciclica intitolato “La lettera” e uscito il 4 ottobre 2022 (giorno di San Francesco, santo protettore degli animali), che è stato tradotto in più lingue e che si trova ancora disponibile gratuitamente su YouTube 1 . Per quanto riguarda l’educazione, abbiamo fornito assistenza a centri culturali, scuole e università per fare in modo che le tematiche green contenute nella “Laudato si’” entrassero nei programmi – e siamo stati molto felici dei risultati che abbiamo raggiunto: molte università hanno ripensato i propri curricula e hanno inserito approfondimenti dedicati alla sostenibilità e all’ecologia. Si pensi che, dopo l’uscita dell’enciclica, le università pontificie hanno creato un Joint Diploma in Ecologia Integrale 2 , un percorso di studi annuale che ha l’obiettivo di promuovere il messaggio dell’Enciclica per generare consapevolezza, incoraggiando e sostenendo i suoi partecipanti nell’avvio di iniziative personali e comunitarie per la cura della Casa Comune. Se finora il corso di studi si è svolto solo in lingua italiana, quest’anno è stato proposto anche in inglese, e il prossimo anno sarà disponibile anche nelle altre lingue maggiori (francese, spagnolo…). Infine, il Pontefice ha voluto dare avvio a un progetto molto ambizioso, un vero e proprio movimento di trasformazione sociale dal basso che trae origine dall’anno indetto per la “Laudato si’” (2022): la “Laudato si’” action platform 3 , un cammino di sette anni che coinvolge tutte le comunità nel mondo, affinché esse diventino completamente sostenibili, nello spirito di una ecologia integrale. Sette è un numero biblico che indica pienezza, completezza, e che ricorre spesso in questo progetto: sette sono infatti anche i settori della società coinvolti (famiglie; parrocchie e diocesi; scuole e università; ospedali; imprese e aziende, agricole; organizzazioni, gruppi e movimenti; istituti religiosi) e gli obiettivi da raggiungere: 1. risposta al grido della terra: affrontare le questioni ambientali e proteggere il Pianeta 2. risposta al grido dei poveri: sostenere i più vulnerabili e lottare contro le ingiustizie sociali 3. economia ecologica: promuovere un’economia sostenibile e responsabile 4. adozione di uno stile di vita semplice: incoraggiare la sobrietà e la riduzione degli sprechi 5. educazione ecologica: formare le persone sui principi dell’ecologia integrale 6. spiritualità ecologica: sviluppare una spiritualità che riconosca la sacralità del creato 7. impegno comunitario: favorire la collaborazione tra individui e comunità. Link video di presentazione: www. youtube.com/watch?v=_aWpp- q44r-c&t=1s

Qual è l’impegno concreto della Santa Sede e del Pontefice per la difesa del creato?

Il Papa è veramente preoccupato per la crisi climatica in atto e per la distruzione del Pianeta. Ricordiamo che è originario dell’Argentina, conosce bene la foresta amazzonica e le minacce che incombono su questo “polmone verde” – ecco perché ha scelto di organizzare un Sinodo sull’Amazzonia nel 2019. In particolare, condivide la preoccupazione per i poveri, i più colpiti dalla crisi climatica. Ma è preoccupato anche per le generazioni future, per il mondo che lasciamo ai nostri bambini: in futuro alcune parti del mondo saranno invivibili. Si sente un po’ come un nonno, investito della responsabilità di lasciare un mondo vivibile ai bambini. Se, nel 2015, l’Enciclica “Laudato si’” aveva uno spirito gioioso e colmo di speranza, l’esortazione apostolica Laudate deum dello scorso anno 4 , dedicata alla crisi climatica, ha un tono molto preoccupato e trasmee un senso di urgenza a chi la legge. Il Papa è molto angosciato tanto dall’i- nazione dei politici quanto dall’indifferenza della gente comune: il problema è molto grave, ma tutti noi non reagiamo abbastanza. Fra le azioni concrete che il Pontefice ha messo in atto in questi ultimi anni vi è sicuramente l’ingresso dello Stato Pontificio come membro a tutti gli effetti della UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change) e la Conferenza delle Parti (COP). All’inizio il Vaticano partecipava a questa conferenza solo come Stato osservatore, mentre grazie all’azione di Papa Francesco ora siamo uno Stato membro con diritto di voto. La partecipazione dello Stato Pontificio è sintomo dell’interesse del Papa verso questa preziosa occasione di dialogo fra i governi del mondo sull’ambiente – anche se, negli ultimi anni, la COP non è stata risolutiva come si sperava e i risultati raggiunti sono stati deludenti.

Prima ha fatto riferimento al concetto di “ecologia integrale”, cuore dell’enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco: può spiegarci di cosa si tratta?

La visione filosofica dell’ecologia integrale (che dà il titolo al IV capitolo dell’enciclica): tutto è collegato, tutto è in relazione. Metafisica della relazionalità e dell’interdipendenza: la vita esiste solo se siamo in relazione con dio, tra di noi, con la terra. San Francesco è l’esempio di una vita vissuta nell’ecologia integrale (abbraccia i poveri, ama la madre terra, è un santo). Come in natura, negli ecosistemi: tutto è collegato. È fondamentale ricordare che la Terra è la nostra casa comune, il luogo più importante per noi viventi – non a caso, il sottotitolo dell’Enciclica è proprio “Sulla cura della casa comune”. In particolare, il capitolo III dell’Enciclica si intitola “La radice umana della crisi ecologica” e indaga le cause profonde della drammatica situazione in cui viviamo oggi, individuando tre motivi principali:

• l’antropocentrismo moderno

• la visione meccanicistica della natura come strumento da sfruttare e non come organismo da proteggere

• un dualismo quasi cartesiano fra l’umanità, che si pone al di sopra di ogni cosa, e il mondo, che non ha rapporto con l’umanità.

L’ecologia integrale, al contrario, offre una nuova visione di comunità, di famiglia. Possiamo immaginarla come una bussola per il viaggio di cambiamento: per risolvere la crisi climatica che stiamo vivendo, la nostra economia dovrebbe imitare quella della natura. Dovremmo dare avvio a un modo di pensare e di vivere in cui nulla si butta, tutto si ricicla, in una perenne armonia fra gli esseri viventi.

Lei nel 2016 ha tratto dalla “Laudato si’” “10 comandamenti verdi” per la tutela dell’ambiente: quali sono e come possiamo applicarli ogni giorno nella nostra quotidianità?

Appena dopo l’uscita delll’Enciclica, mi è stato chiesto di scrivere un commento a questo testo così lungo e corposo: ricordo che “Laudato si’” è l’enciclica più lunga della storia, e c’era bisogno di una guida per comprenderla. Dal testo del Pontefice ho tratto dieci comandamenti verdi, sulla scia dei ben noti dieci comandamenti dell’Antico Testamento, organizzati seguendo il metodo dell’Enciclica (vedere, giudicare, agire): 1. Il grido della terra 2. Il grido dei poveri 3. La terra come creazione 4. Il peccato ecologico contro Dio, la terra, il prossimo 5. Le radici umane della crisi 6. L’ecologia integrale 7. L’azione a livello politico ed ecologico 8. L’educazione ecologica (ultimo capitolo dell’enciclica) 9. La spiritualità ecologica 10. Le virtù ecologiche Ho scelto di inserire un “comandamento” relativo alle virtù ecologiche, perché non basta fare una singola azione ecologica, ma bisogna trasformarla in un’abitudine che duri nel tempo. Le virtù ecologiche che ho immaginato sono: lode, gratitudine, cura, lavoro, giustizia, sobrietà (consumiamo troppo) e umiltà (madre di tutte le virtù). Sempre più giovani si mobilitano in tutto il mondo e scendono in piazza per scuotere le coscienze nei confronti della crisi climatica, talvolta con metodi anche violenti (per esempio, i radicali di movimenti come Extinction Rebellion).

Qual è l’opinione del Pontefice su questo?

Il Papa è come un nonno, capisce la rabbia dei giovani perché si mette nei loro panni e non si sente di condannarli del tutto. È anzi commosso dalle manifestazioni portate avanti dai giovanissimi, dai bambini, che scendono in piazza e protestano solo perché vogliono un Pianeta vivibile. I giovani sono i pochi, oltre agli scienziati, che parlano dei problemi ambientali. Oggi si parla tanto anche di ansia climatica: il mondo si sta sgretolando, e il Papa è estremamente preoccupato da ciò. Tuttavia, è essenziale mantenere un approccio non violento: se rispondiamo con violenza, attaccando il prossimo, non salviamo nulla.

È ancora possibile, secondo Lei, una “conversione ecologica”? In che modo può essere raggiunta?

Nell’ultimo capitolo della “Laudato si’”, il Papa invita alla conversione ecologica: ritornare alla madre terra, ai fratelli più vulnerabili, prendersi cura della casa comune – anche se il concetto nasce con Papa Giovanni Paolo II, e solo ripreso e sviluppato da Francesco, che la spiega a vari livelli – politico, teologico, economico. La conversione avviene a livello personale (singolo essere umano), ma anche a livello di comunità: il sin- golo non ha potere se non è inserito nella comunità.

Intervista di Sabrina Del Fico – Maggio 2024

Link di approfondimento delle note:

1 – https://www.youtube.com/ watch?v=Rps9bs85BII

2 – https://www.unigre.it/it/teologia/ programmi-e-corsi/joint-diploma-in- ecologia-integrale/

3 – https://laudatosiactionplatform.org/

4 – https://www.vatican.va/content/ francesco/it/apost_exhortations/ documents/20231004-laudate-deum. html

Ambiente Magazine

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