
- A fine 2021 risultano installati in Italia circa 20 milioni di pannelli fotovoltaici che non beneficiano degli incentivi dei Conti Energia; nel triennio 2022-2024 sono stati immessi al consumo altri 28 milioni di pannelli non incentivati, e altri 49 milioni di pannelli entreranno in esercizio nei prossimi 3 anni
- Quando questi pannelli giungeranno a fine vita, non ci saranno risorse finanziarie sufficienti per una gestione ambientalmente corretta
- Il modello di finanziamento attualmente previsto dalla legge, infatti, ha determinato un continuo ribasso dei contributi richiesti dai Consorzi ai Produttori
- È necessario adottare anche per i pannelli fotovoltaici il modello di finanziamento “generazionale” già utilizzato per tutte le altre tipologie di RAEE Domestici, che è in grado di garantire la copertura dei costi anche se un produttore esce dal mercato.
Il sistema di finanziamento della gestione del fine vita dei pannelli fotovoltaici non incentivati (ovvero i pannelli installati in impianti che non beneficiano degli incentivi previsti dai Conti Energia), basato sull’accantonamento in un sistema di trust frammentario e di discutibile trasparenza di un contributo per ogni pannello immesso sul mercato, non potrà garantire il corretto trattamento di questi rifiuti: il contributo unitario “segregato” per ciascun pannello non è infatti sufficiente a coprire tutti i costi di gestione (trasporto, rimozione delle sostanze inquinanti, riciclo) del pannello stesso.
È quanto emerge dallo Studio “La gestione nel rifiuto fotovoltaico in Italia: un nuovo modello di finanziamento” realizzato dal Laboratorio Ref Ricerche. Lo studio impone una riflessione sulle modalità di finanziamento del fine vita dei pannelli fotovoltaici non incentivati, proprio ora che si può cogliere l’opportunità della Legge di Delegazione Europea 2024 che chiede al Governo di riordinare la disciplina nazionale relativa alla gestione dei pannelli fotovoltaici a fine vita e di adeguare il sistema finanziamento alla normativa europea.
“La gestione del fine vita dei pannelli fotovoltaici non incentivati è certamente l’aspetto più delicato del settore dei RAEE” – afferma Giorgio Arienti, Direttore Generale Erion WEEE – “Nei prossimi anni assisteremo a una crescita esponenziale delle quantità di pannelli che saranno dismessi: a ciascuno di questi pannelli è associato, in un trust di uno dei numerosi Consorzi RAEE, un contributo del tutto insufficiente ad assicurare una corretta gestione. Per evitare un disastro ambientale è indispensabile modificare al più presto la normativa”.
I numeri parlano da soli: entro il 2050 si stima che oltre ai 300 milioni di pannelli fotovoltaici già installati, altri 20 milioni di pannelli saranno allacciati alla rete. Nel giro di pochi decenni, il numero di pannelli destinati alla dismissione aumenterà di quasi trenta volte, con ricadute enormi per i detentori degli impianti, i consorzi e l’intera collettività. Si passerà dai circa 427.000 pannelli smaltiti nel 2025 a oltre 12 milioni nel 2050, con un corrispondente incremento della quantità da trattare: da 9.000 tonnellate a 264.000 tonnellate annue di RAEE fotovoltaici da smontare, trasportare e gestire correttamente. Un incremento di questa portata mette a rischio la capacità finanziaria e operativa dei consorzi.
Situazione attuale: un sistema che non copre i costi del fine vita
In base alla normativa vigente, il finanziamento del fine vita dei pannelli fotovoltaici non incentivati è a carico dei Produttori di tali pannelli. Al momento dell’immissione sul mercato di un pannello, il Produttore versa al Consorzio a cui aderisce un contributo – stabilito dal Consorzio stesso – che viene segregato in un trust, Questo contributo (univocamente associato a quel pannello) sarà “liberato” quando il pannello giungerà a fine vita, e sarà utilizzato per finanziare le attività di riciclo di quel pannello. Negli ultimi anni, la “caccia ai Produttori” ha spinto la maggior parte dei Consorzi RAEE ad abbassare continuamente il valore del contributo chiesto per i pannelli fotovoltaici non incentivati: valori vicini a 1 € (un euro) non sono sufficienti per garantire il corretto trattamento di un pannello tra 10, 15 o 20 anni. Evidentemente però, i Consorzi che partecipano a questa “caccia ai Produttori” non si preoccupano di ciò che accadrà in futuro: sarà un problema dell’ambiente, o della collettività, o di entrambi…
“Lo studio fatto da Ref Ricerche solleva seri dubbi sulla sostenibilità economica del sistema oggi in vigore e sulla sua reale capacità di coprire i costi di gestione del fine vita dei pannelli fotovoltaici non incentivati, dato che non è serio fare oggi una scommessa su quanto costerà smaltire un modulo tra vent’anni, poiché che il potenziale valore delle materie prime in esso contenute è una assoluta incognita” – continua Arienti – “Certo, il totale delle risorse accantonate è ingente, ma il contributo unitario (quello che può essere utilizzato per la gestione del singolo pannello, a cui il contributo unitario è associato) non è sufficiente. È un paradosso: nei trust dei Consorzi ci sono milioni di euro, ma questa montagna di denaro non riuscirà ad assicurare un corretto riciclo dei pannelli”.
Cosa accadrà: la mancanza di adeguate risorse finanziarie favorirà comportamenti opportunistici, come l’esportazione dei pannelli dismessi verso “paesi emergenti” (privi di adeguati impianti di trattamento) o il loro abbandono nell’ambiente. Oltre ai rischi ambientali, questa gestione non corretta si porrebbe in contrasto con le direttive europee, che promuovono il recupero dei materiali (vetro, alluminio, silicio e argento) compromettendo lo sviluppo di una filiera circolare nazionale e trasformando una misura nata per garantire sostenibilità e responsabilità ambientale in un potenziale boomerang finanziario, sociale e ambientale.
Dal trust al modello generazionale: responsabilità condivisa per un futuro sostenibile
Sulla base delle evidenze dello studio di Ref Ricerche, Erion WEEE propone l’adozione del modello di finanziamento generazionale – già utilizzato per tutte le altre tipologie di RAEE Domestici – anche ai pannelli fotovoltaici: con questo modello, la responsabilità economica della gestione del fine vita è attribuita ai Produttori presenti sul mercato in ciascun anno, in proporzione all’immesso sul mercato nello stesso anno. Questo modello “generazionale”, che funziona in settori a bassissima crescita come quello dei frigoriferi o dei “grandi bianchi”, a maggior ragione funzionerebbe in un settore in costante, significativo sviluppo come quello del fotovoltaico: se un Produttore esce dal mercato, ci saranno certamente altri Produttori in grado di farsi carico – anno per anno – dei costi di una corretta gestione dei RAEE fotovoltaici. Inoltre, nel lungo termine, si affiancheranno nuove tecnologie sostitutive che finanzieranno progressivamente il fine vita di tali rifiuti, come avvenuto in tante altre categorie di prodotti.
“Il sistema impiantistico nazionale si sta già preparando ad accogliere volumi crescenti di pannelli da trattare, anche grazie agli investimenti del PNRR” –conclude Arienti – “È necessario che il modello di finanziamento venga adeguato a garantire la sostenibilità ambientale ed economica nel lungo periodo scongiurando lo scoppio di una bolla che creerebbe un danno economico, ambientale e reputazionale di dimensioni clamorose.”
Erion WEEE – Consorzio del Sistema Erion dedicato alla gestione dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche domestiche. Erion WEEE fa parte di Erion, il più importante Sistema multi-consortile no profit di Responsabilità Estesa del Produttore operante in Italia per la gestione dei rifiuti associati ai prodotti elettronici, ai rifiuti dei prodotti del tabacco e ai rifiuti tessili. Erion WEEE rappresenta attualmente oltre 1.600 aziende e ne garantisce l’impegno verso l’ambiente, l’economia circolare, la ricerca e l’innovazione tecnologica.



