Un comune di 4.800 abitanti a una ventina di chilometri a sud di Torino, dove l’acqua ha plasmato un paesaggio naturale ricco di biodiversità oggi tutelato dal Parco Fluviale del Po che va dalle sorgenti del fiume fino alla Lombardia. Un territorio da esplorare in bicicletta, percorrendo sentieri e strade bianche di campagna che oggi vengono valorizzate anche in chiave turistica
Adagiato su una zona pianeggiante a sud delle colline torinesi, Villastellone è un piccolo comune dove l’acqua ha plasmato il paesaggio intrecciandosi profondamente con la vita e la storia dei suoi abitanti. Parte del territorio di Villastellone è infatti compresa nella fascia del Parco Fluviale del Po, un’area di alto valore ambientale che va dal cuneese fino ai confini con la Lombardia, oggi tutelato grazie a un sistema unico di riserve naturali. Un ambiente ricco di biodiversità popolato da uccelli acquatici, anfibi e rettili e dove in sinergia con gli altri comuni che sorgono lungo il Po e i suoi affluenti viene promosso lo sviluppo di attività agricole ecosostenibili e dove la grande sfida è far convivere l’attività umana con la tutela ambientale. Il centro di Villastellone è lambito dal torrente Stellone, un affluente del Banna, che ha dato il nome al paese e fin dalla sua fondazione, nel XIII secolo, è sempre stato parte integrante della storia e dell’economia locale. Centro pulsante del Comune è Piazza della Libertà, un’ampia piazza su cui si affaccia il Castello dei conti Morra costruito su disegno di Filippo Juvarra con il suo parco all’inglese di circa 60 ettari, e il Museo di Cultura popolare e contadina. Altri centri di interesse sono la chiesa di San Martino e Sant’Anna, forse l’edificio più antico di Villastellone, e la parrocchia dedicata a San Giovanni Battista in stile barocco.

La rete di ciclovie. Villastellone si trova a meno di mezz’ora di macchina da Torino, ma il modo più sostenibile per scoprire il suo territorio è andando in bici. La presenza di molte strade bianche, oggi valorizzate in chiave turistica, fa sì che con le due ruote si possano ammirare suggestivi scorci fluviali e visitare le tante aziende agricole che producono prodotti tipici. Una ricchezza che il Comune ha scelto di valorizzare aderendo al progetto Pistaa: La Blue Way Piemontese, un progetto di tutela del paesaggio rurale promosso dall’associazione CioCheVale attraverso la realizzazione di un tracciato ciclopedonale esteso a più di venti comuni e che congiunge tratti di pista già esistenti, creando, dove necessario, piccoli collegamenti. Un’opportunità per conoscere a fondo i territori e le persone che li abitano, ma anche per creare delle ricadute positive sulla piccola imprenditoria locale promuovendo il turismo lento in contrapposizione alla logica del “mordi e fuggi”.
I dintorni da vedere. Una tappa da non perdere è il Borgo Cornalese, complesso rurale alle porte di Villastellone e del Parco Fluviale del Po che comprende la settecentesca villa dei conti de Maistre, un mulino di legno del Cinquecento ancora funzionante, un antico borgo e una chiesa in stile neoclassico dedicata alla Madonna dei dolori. L’intera aerea si sviluppa entro una cornice naturale unica, inserita tra le bellezze del programma Mab-Man and Biosphere dell’Unesco. Nel giardino all’italiana della villa crescono infatti oltre cento tipi diversi di rose, mentre nel parco querce, tigli, faggi e pioppi sono l’habitat naturale di diverse specie di uccelli migratori quali beccacce, colombacci e gruccioni.

Territorio rurale. Ancora oggi l’agricoltura ha un posto importante nell’economia del paese: si coltivano soprattutto frumento e granturco, patate, ma anche asparagi e ortaggi di pregio, e sono numerosi gli allevamenti di bovini per la produzione di latte e carne di qualità. Un posto d’onore lo occupa, però, la patata di Villastellone, da alcuni anni celebrata in una sagra che si svolge alla fine di settembre.
Museo di Cultura popolare e contadina. Inaugurato nel 1992, il Museo di Cultura popolare e contadina di Villastellone conta complessivamente circa cinquemila oggetti che consentono al visitatore di immergersi in un mondo ormai scomparso. Nelle sale hanno trovato posto attrezzi e materiali dei mestieri antichi: l’officina del fabbro, i banconi del falegname, i carri agricoli, il torchio per la pigiatura dell’uva, ma anche abiti e giocattoli antichi. Una porzione del museo ospita invece oggetti relativi alle due guerre mondiali, libri e fotografie d’epoca.
