Il veterinario Massimo Vacchetta (Centro Recupero Ricci) aggredito e minacciato dai cacciatori – VIDEO

“Ieri, mercoledì 25 ottobre, verso le ore 11.00 del mattino, mentre curavo i ricci degenti al mio Centro abbiamo sentito i primi spari che hanno terrorizzato gli animali, i miei dipendenti e i volontari. Sono sceso di casa per avvertire i cacciatori di allontanarsi dalle case e sono stato brutalmente aggredito”.

Il veterinario Massimo Vacchetta (Centro Recupero Ricci) aggredito e minacciato dai cacciatori che stavano sparando a pochi metri dalle abitazioni. Qui si può vedere la diretta in cui si riprende l’aggressione: https://www.facebook.com/watch/live/?ref=watch_permalink&v=258137283458148

Il dott. Massimo Vacchetta a tal proposito dichiara:

“Con questo decreto che permette ai cacciatori di sparare ovunque, anche nei parchi urbani e vicino ai centri abitati la situazione è diventata pericolosissima: ieri queste persone (erano più di dieci, con fuoristrada e cani) stavano sparando a pochi metri dalle case e hanno spaventato gli animali del Centro perché si è sentito un colpo fortissimo che mi stupisco non abbia colpito la nostra struttura.

I cacciatori, incuranti dei  numerosi turisti in giro per la vicina Fiera del Tartufo in una zona dove la gente viene per ammirare la bellezza del paesaggio e per apprezzarne i prodotti enogastronomici, non hanno smesso di sparare neanche dopo l’intervento  delle forze dell’ordine, mettendo a rischio le persone (c’erano due turisti tedeschi molto spaventati), gli animali e la serenità dei miei pazienti”

“Oggi, giovedì 26 ottobre, mi sveglio con forti dolori alla gamba, al ginocchio – che non riesco più a piegare – al collo e all’addome. Sono molto agitato e non ho dormito un solo minuto stanotte. Per fortuna avevo la mia adorata compagna accanto, la quale mi ha aiutato a gestire l’ansia e la rabbia per l’accaduto.

“Andrò al Pronto Soccorso e denuncerò gli aggressori. Sono stato, infatti, aggredito e insultato (continuavano ad urlare che mi avrebbero spaccato la testa e mi hanno più volte strattonato e gettato a terra), nonostante il mio intervento fosse stato assolutamente pacifico: ero da solo e sono stato affrontato da più di dieci persone, tra cui uno che girava con il fucile a tracolla e un altro molto aggressivo, che è stato trattenuto dagli altri, perché mi è sembrato avesse afferrato un coltello a serramanico”.

In foto la breve distanza tra le abitazioni e dove si stava svolgendo la caccia, con grande rischi e pericoli, anche per gli abitanti nelle vicinanze del centro recupero di ricci “La Ninna” nel paese di Novello in provincia di Milano.

Ambiente Magazine

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