Milano, 06 maggio 2025 – Nella giornata di oggi, l’Italia raggiunge il proprio Overshoot Day: il giorno in cui il nostro Paese ha esaurito la quota annuale di risorse naturali che la Terra è in grado di rigenerare in dodici mesi. Da domani, vivremo “in debito” ecologico, consumando risorse che spetterebbero alle generazioni future. “Un segnale preoccupante, che conferma la necessità di accelerare la transizione verso modelli di sviluppo più sostenibile”, commenta Giuliano Maddalena, Direttore di SAFE, hub italiano delle economie circolari.
Secondo gli ultimi dati del Global Footprint Network, l’Overshoot Day dell’Italia coincide con quello di Svizzera, Turkmenistan e Polonia (6 maggio), mentre la maggior parte dei Paesi europei ha già superato questa soglia: la Germania il 5 maggio, la Francia il 23 aprile, la Svezia il 16 aprile, l’Austria il 9 aprile. Solo l’Albania, tra i Paesi europei, raggiungerà il proprio Overshoot Day più avanti, il 13 settembre. Nel resto del mondo, i Paesi con i consumi più alti, come il Lussemburgo (17 febbraio) e gli Stati Uniti (13 marzo), esauriscono le risorse ancora prima; al contrario, nazioni come l’Indonesia (18 novembre) o l’Uruguay (17 dicembre) mantengono una maggiore sostenibilità.
In questa occasione, SAFE richiama l’attenzione sul ruolo storico che l’Europa è chiamata a svolgere nella transizione verso un modello realmente circolare e sostenibile: “La riforma europea per l’Economia Circolare è in atto, è ambiziosa, ma i risultati ecologici ancora non si vedono. Le direttive e i regolamenti entrati in vigore o in procinto di esserlo prevedono passi graduali, perché il sistema produttivo abbia il tempo di trasformarsi, e a volte la complessità delle concertazioni ritarda, fisiologicamente, l’applicazione dei provvedimenti. Bisogna infatti conciliare l’ecologia con la prosperità”, prosegue Maddalena.
I dati del Global Footprint Network evidenziano inoltre che i Paesi europei a reddito medio e medio-alto, incluso il nostro, continuano a impattare più della Cina e di molti Paesi in via di sviluppo. “Molto meglio degli europei, in generale, vanno la gran maggioranza dei Paesi asiatici, africani e latinoamericani, dove la legislazione ambientale tende a essere molto più indietro della nostra. Ciò mette in evidenza una cruda realtà: l’impatto ambientale continua a essere agganciato soprattutto ai livelli di ricchezza e di consumo, e non alla qualità delle politiche ambientali”, sottolinea Maddalena.
Analizzando i livelli di consumo effettivi, Paesi come Italia, Francia e Germania rimangono sostanzialmente stabili rispetto al 2024, mentre i Paesi in via di sviluppo, pur mantenendo un impatto minore, vedono anticipare sempre più la data del proprio Overshoot Day man mano che crescono in termini di benessere. “D’altronde, come impedire loro di aspirare a standard di benessere simili al nostro? L’Europa, che nei secoli passati ha esportato il proprio modello di sviluppo al mondo intero, ora deve affrettarsi ad esportare la propria visione di circolarità. Sperando che la velocità dello sviluppo selvaggio non superi quella delle riforme ambientali”, conclude Maddalena.
Safe ribadisce la necessità di accelerare l’attuazione delle riforme e di promuovere una cultura della circolarità che sappia coniugare sviluppo, benessere e tutela delle risorse naturali, per garantire un futuro sostenibile alle prossime generazioni.

Safe – Consorzi economie circolari
Safe è l’hub italiano dei Consorzi per le Economie Circolari, che dal 2006 raggruppa quattro sistemi collettivi (Ecoped, Ridomus, Ecopower e Pneulife) senza scopo di lucro per il corretto riciclo di RAEE, climatizzatori domestici e industriali, pile e accumulatori esausti e pneumatici fuori uso. Con il progetto “TWM – Textile Waste Management”, per il riciclo dei rifiuti tessili pre e post consumo, l’hub Safe ha ulteriormente ampliato la propria attività in partnership con il Consorzio Retex.Green, fondato da Sistema Moda Italia, e il Consorzio Re.Crea, fondato da Camera Nazionale della Moda Italiana. Grazie a una filiera garantita, tracciata e controllata, le 1000 aziende aderenti a Safe dispongono di un motore condiviso che consente loro di adempiere a una corretta gestione dei rifiuti, andando anche oltre agli obblighi di legge. Dal 2011, Safe applica Ecoguard®, un sistema di garanzia e di controllo delle filiere RAEE ancora oggi unico a livello europeo, mentre dal 2017 ha adottato anche uno stringentissimo protocollo di legalità che gli consente di prevenire a monte le infiltrazioni criminali delle sue filiere. Safe è anche promotore del progetto OltreilGreen, volto a dare un marchio a tutte le aziende aderenti ai Consorzi che si distinguono per l’impegno concreto in progetti di economia circolare, andando oltre il semplice rispetto delle normative vigenti.