Amministratori pubblici al centro della transizione ecologica per comunità sostenibili

Quando si parla di attenzione all’ambiente e buone pratiche di sostenibilità, fare rete è fondamentale. Lo sa bene Monica Tocchi, tra i fondatori dell’Associazione “Amministratori per l’Ambiente”, una rete di amministratori locali uniti da un comune obiettivo: salvaguardare l’ambiente.

Monica Tocchi, Presidente APA

Come nasce la vostra associazione e quali sono gli obiettivi?

L’associazione nasce dall’idea di un gruppo di amministratori locali della Provincia di Arezzo. Spinti da un comune interesse per l’ambiente e vista la centralità che le questioni ambientali rivestono nel contesto attuale, abbiamo compreso l’importanza di collaborare, aggregando amministratori provenienti da territori diversi. La scarsa propensione a fare rete sui temi di propria competenza, relega spesso l’impegno degli amministratori al mero ambito “locale”. Fare rete stimola un impegno comune e valorizza iniziative che possono essere replicate in contesti diversi. Siamo partiti da una carta dei valori, abbiamo raccolto le adesioni di amministratori della Provincia e successivamente quelle di amministratori di altri territori. Contro ogni aspettativa, la promozione online ha scaturito l’interesse di amministratori provenienti da Regioni diverse, cosa che ci ha spinto a costruire una rete di respiro nazionale. L’adesione dei singoli amministratori ha permesso una partecipazione più diretta di rappresentanti sia di maggioranza che di opposizione, in un’ottica di trasversalità, per la condivisione di mozioni e atti di indirizzo. Abbiamo promosso approfondimenti utili a far comprendere opportunità e ricadute positive, in termini sociali ed economici, che le politiche sosteibili possono generare all’interno di un territorio. E’ fondamentale che i comuni conoscano le sfide green e al contempo misure e strumenti previsti a livello regionale, nazionale ed europeo per potervi fare fronte. Più i comuni sapranno catalizzare le risorse, investendo in competenze e progettualità, più avranno l’occasione di rendere i propri territori resilienti, sostenibili, attrattivi.

Qual è il modo per far conoscere le vostre attività?

Pubblicizziamo le nostre attività attraverso i social network e il sito internet. Abbiamo anche un gruppo WhatsApp, dove ognuno può condividere informazioni, iniziative, mozioni, che possono essere adatate e riproposte altrove. Gli eventi che organizziamo ci aiutano a far conoscere l’associazione, che siano webinar online o eventi in presenza. L’evento in presenza consente un networking più diretto tra i partecipanti. Recentemente, a Montemurlo (PO), abbiamo organizzato un convegno dal titolo “La transizione ecologica al centro delle politiche locali”, in collaborazione con ANCI Toscana. L’evento ha ospitato numerosi interventi, sia di amministratori locali sia di start-up green e innovative. Quel contesto è stato l’occasione per promuovere il lavoro di questi anni e raccogliere nuove adesioni. La partecipazione ad eventi non promossi da noi ci consente invece di entrare in contatto con tutti coloro che gravitano a vario titolo attorno al mondo della sostenibilità, come associazioni, esperti e professionisti, che talvolta si offrono di assisterci negli approfondimenti che come rete cerchiamo di promuovere e mettere a disposizione di tutti.

Quanto siete capillari sul territorio?

La Regione da cui siamo partiti, la Toscana, è quella che ad oggi conta un maggior numero di aderenti, ma siamo presenti in diverse altre Regioni, quali Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Calabria, Marche, Sardegna e Sicilia. L’obiettivo nel lungo termine è quello di avere un referente per Regione, obiettivo che sappiamo non essere facile: ricordiamo che il nostro impegno è a titolo del tutto volontario e gratuito. Cerchiamo nel nostro piccolo di garantire costanza e continuità alle nostre attività. Esiste un Consiglio Direttivo che in concreto porta avanti il lavoro, compatibilmente con i vari impegni lavorativi, istituzionali e personali, che oggi mi sento di ringraziare per aver creduto in questo progetto ed averlo sostenuto negli anni con tanta dedizione.

Qual è il vostro attivismo su temi caldi? E quali progetti avete in programma?

In questi anni abbiamo cercato di coprire tutti quei temi che rappresentano una priorità nell’alveo della sostenibilità. Tra i primi temi affrontati c’è quello della plastica monouso. Abbiamo promosso una mozione, presentata n diversi consigli comunali, contro l’inquinamento da plastica nel periodo Covid, quando le precauzioni anti-contagio hanno provocato una consistente produzione di rifiuti, che talvolta si sono dispersi nell’ambiente. Con l’associazione Plastic Free abbiamo sottoscritto protocolli di intesa per la riduzione della plastica e organizzato passeggiate ecologiche per la raccolta dei rifiuti abbandonati. Sull’economia circolare abbiamo promosso approfondimenti per illustrare le buone pratiche dei territori, insieme a statistiche e dati sullo stato dell’arte nelle varie Regioni. Sul tema c’è ancora molto da fare, perché la situazione in termini di percentuali di raccolta differenziata e presenza di impianti di trattamento e riciclaggio appare molto frammentata ed eterogenea nei diversi territori. Altro “cavallo di battaglia” è stato e continua ad essere quello delle CER, su cui abbiamo promosso webinar ed eventi in presenza. Con l’entrata in vigore del tanto atteso decreto e l’apertura del portale GSE per la domanda di accesso agli incentivi, rafforzeremo il lavoro di informazione nei confronti dei comuni che in questo processo di transizione svolgono un ruolo centrale. Stiamo organizzando un altro webinar per far comprendere novità normative, accesso agli incentivi e aiutare gli amministra- tori a pianificare il proprio territorio dal punto di vista energetico. I piccoli comuni sono i principali destinatari dei finanziamenti stanziati per lo sviluppo delle CER. Autoprodurre, condividere e scambiare energia da fonti rinnovabili genera un abbaimento delle emissioni di CO2, ma anche una riduzione dei costi dell’energia, in un’oica di contrasto alla povertà energetica. Il termine “comunità”, scelto per queste configurazioni di autoconsumo colleivo, è indicativo del fine sociale che questi modelli hanno il compito di perseguire, contribuendo a generare sviluppo locale. La transizione energetica rappresenta il pilastro fondamentale del processo di decarbonizzazione, che ha obiettivi ambiziosi e per i quali il nostro Paese, al pari di altri, appare in colpevole ritardo. Perseguire la strada della transizione energetica appare l’unico modo che abbiamo per avvicinarci agli obiettivi fissati e limitare i danni causati. Oltre al webinar sulle CER organizzeremo nei prossimi mesi un altro evento in presenza, sulla scorta di quello già promosso con ANCI Toscana, per stimolare ulteriori sinergie che, nel perseguimento degli obiettivi di sostenibilità, sono fondamentali. Il patrimonio di buone pratiche, invece, è in continua e costante implementazione, oltre che a disposizione di tutti.

Intervista pubblicata sul numero 129 del nostro trimestrale di aprile/giugno 2024

Ambiente Magazine

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