Agrivoltaico, PAC, Sostenibilità ed Educazione alimentare: investire nello sviluppo e nel benessere

L’educazione alimentare è cruciale per il futuro dei giovani, contrastando l’influenza delle pubblicità e promuovendo scelte consapevoli; insieme al Ministero dell’Istruzione, si sta lavorando per includerla nell’educazione civica, valorizzando la Dieta Mediterranea. Il nuovo regolamento sugli imballaggi migliora la proposta della Commissione Europea, sostenendo il riciclo e riducendo i materiali. La revisione della PAC riduce gli oneri per gli agricoltori, garantendo sostenibilità e competitività. Il programma agrivoltaico, con incentivi per impianti fotovoltaici su edifici agricoli, ha avuto un grande successo, triplicando gli obiettivi energetici. Ne parliamo con Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.

In riferimento al recente Appello sull’educazione alimentare nelle scuole, le scelte alimentari che compiamo più volte al giorno possono diventare un’importante leva di cambiamento. Affinché ciò avvenga, urge un importante investimento in educazione alimentare, che fornisca ai giovani gli strumenti per diventare protagonisti del proprio futuro. Cosa ne pensa e quali progetti/attività vuole mettere in campo?

L’educazione alimentare è un punto di riferimento imprescindibile per la formazione dei giovani. Di fronte a pubblicità che spesso finiscono per influenzare, è fondamentale fornire attraverso la scuola, ma anche i social media, gli strumenti per fare scelte alimentari consapevoli. È un fronte su cui ho richiamato l’ttenzione fin dal primo giorno e questo è il motivo per cui ho anche sottoscritto l’appello di Slow Food. Nello spirito di squadra che contraddistingue il Governo Meloni, ho avuto costanti interlocuzioni con il ministro dell’Istruzione e del Merito, che sta lavorando sull’ipotesi di inserire, all’interno delle ore di educazione civica, una parte dedicata proprio alla corretta informazione sull’alimentazione. L’Italia è custode della Dieta Mediterranea, che non è solo un modello nutrizionale, ma una più ampia filosofia di vita che integra salute, sostenibilità e cultura. Dobbiamo essere consapevoli di aver ricevuto un’eredità preziosa, di cui essere orgogliosi e da tramandare a beneficio delle future generazioni.

In riferimento alla Proposta di Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (COM(2022)677) che pone regole comuni a tutti gli Stati Membri nonché a chiunque voglia commercializzare su suolo comunitario ritiene che possa essere efficace?

Il nuovo regolamento europeo sugli imballaggi, così come approvato, presenta aspetti migliorativi rispetto alla proposta iniziale della Commissione europea. Come Italia abbiamo sempre sostenuto che i materiali da imballaggio debbano essere ridotti, e questo in base a un principio di flessibilità che tenga conto del livello di sviluppo delle pratiche di riciclo o di riuso nelle singole Nazioni, valorizzando le relative esperienze. Dobbiamo ricordare che la nostra Nazione è considerata una vera eccellenza europea nella gestione del riciclo dei rifiuti. Abbiamo compiuto importanti investimenti in nuove tecnologie, che hanno consentito un tasso di riciclo di oltre il 70% con punte di quasi il 90% per il vetro. Sono valori superiori all’obiettivo europeo del 65% fissato per il 2025. Muovendoci come Sistema Italia, abbiamo ottenuto risultati importanti che consentono di contemperare le esigenze di smaltimento dei rifiuti insieme a quelle di sicurezza alimentare e difesa di settori produttivi di grande valore, che rimangono a oggi esclusi dall’obbligo di riutilizzo come latte, vino, bevande spiritose e comparto florovivaistico. Rimane da migliorare il contenuto che riguarda una parte importante del comparto primario come il settore ortofrutticolo, un punto su cui certamente si discuterà nel corso della prossima legislatura europea. C’è poi l’introduzione nel regolamento del criterio di reciprocità, una vittoria dell’azione nazionale, oltre che un segnale importante per affermare sempre più il concetto che tutte le merci che entrano nella Ue devono rispettare le stesse regole.

Nei giorni scorsi gli eurodeputati hanno dato il via libera alla revisione della Politica agricola comune (PAC) per alleggerire gli oneri amministrativi per gli agricoltori europei. Cosa ne pensa il Ministro?

Il Governo Meloni, fin dall’inizio, ha rimesso l’agricoltura al centro. In Europa siamo stati capofila per far sì che le richieste di modifica ai regolamenti della PAC trovassero una traduzione concreta. Le revisioni approvate in via definitiva costituiscono una risposta importante, che va incontro a questo settore fondamentale. Al contempo siamo convinti che debbano essere fatti ancora passi avanti. La riduzione degli oneri amministrativi e burocratici ha l’obiettivo di consentire una maggiore flessibilità per tenere insieme le tre dimensioni della sostenibilità: ambientale, economica e sociale. Questo è funzionale non solo per difendere le nostre aziende di fronte alla penalizzazione concorrenziale causata da prodotti importati con determinati prezzi da Nazioni che non rispettano i nostri stessi diritti, ma è anche una tutela fondamentale per le persone che acquistano, che hanno il diritto di avere cibo sano, prodotto nei nostri territori, espressione della biodiversità che custodiamo e delle tradizioni che ci caratterizzano.

Quali sono state le modifiche più rilevanti per il comparto?

Abbiamo lanciato un forte segnale, all’intero comparto e in Europa, verso politiche agricole più equilibrate e rispettose del ruolo dell’agricoltore, a cui è legata anche la manutenzione del territorio oltre che una parte fondamentale della nostra economia e del nostro benessere. Una delle principali novità riguarda le aziende agricole con meno di 10 ettari di terreno, che non saranno sottoposte a controlli e non potranno ricevere sanzioni. È stato confermato poi il rinvio sull’obbligo di lasciare a riposo almeno il 4% dei terreni, una delle misure più contestate della PAC. Inoltre, è prevista la possibilità per gli Stati membri di concedere agli agricoltori deroghe temporanee mirate in caso di condizioni climatiche impreviste. Le misure saranno applicate in modo retroattivo, già a partire dall’anno di domanda 2024. Non dobbiamo mai perdere di vista l’equilibrio necessario tra sostenibilità economica, ambientale e sociale, in modo tale che posizioni ideologizzate non vadano a penalizzare drasticamente lo svolgimento dell’atività primaria. Il prossimo Parlamento e la futura Commissione europea avranno il compito di consolidare una direzione di equilibrio e di tutela dell’agricoltura e dell’ambiente.

Infine sull’agrivoltaico. Una riflessione dopo il primo anno di incentivi per impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale. Com’è il bilancio?

Da record. Grazie alle migliorie che abbiamo introdotto, il nuovo bando del Masaf per il “Parco agrisolare” sostenuto dal PNRR è stato un successo. Abbiamo già ammesso a finanziamento circa 14.000 imprese e arriveremo a oltre 18.000 entro dicembre. Garantiremo così una produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, grazie a impianti fotovoltaici sui tetti di fabbricati agricoli, senza alcun consumo di suolo, per oltre 1,3 GW. Questo risultato triplica il target, ovvero la potenza totale che si prevedeva installata entro giugno 2026. La risposta degli agricoltori è stata straordinaria. Copriremo tutti i progetti ammissibili, grazie anche agli ulteriori 850 milioni di euro che abbiamo chiesto e ottenuto dalla Commissione europea a sostegno di questa importante misura, facendo arrivare la dotazione totale a disposizione a 2,35 miliardi. È in atto un intervento senza precedenti per produrre energia da fonti rinnovabili senza sacrificare terreno produttivo.

Questa prospettiva è stata ribadita, alla luce del Dl Agricoltura recentemente firmato dal Presidente della Repubblica?

Con il Dl Agricoltura mettiamo fine all’installazione selvaggia del fotovoltaico a terra, promuovendo invece i pannelli compatibili con l’attività agricola. Il nostro obiettivo è incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili senza alcun consumo di suolo, sostenendo così al contempo anche la competitività delle aziende italiane grazie alla riduzione dei costi di approvvigionamento energetico. Il divieto di installazione di impianti a terra riguarderà solo i terreni produttivi. Saranno chiaramente salvaguardati gli investimenti per questo tipo di impianti che hanno già presentato istanza e quelli delle comunità energetiche rinnovabili finanziate dal PNRR. Il Governo Meloni, lavorando in squadra, ha voluto regolamentare la materia in modo da garantire l’obiettivo di potenziare la nostra capacità di produrre energia da fonti rinnovabili e al contempo la nostra capacità di produzione agroalimentare. Il Dl Agricoltura è un provvedimento fondamentale, per il nostro sviluppo e il nostro benessere, e adesso il testo sarà ulteriormente migliorato dal Parlamento.

Intervista del Cav. Antonio Rancati, Presidente cdr AMBIENTE Comunità Sostenibili

Roma, 24 maggio 2024

Pubblicata sul numero 129 del nostro trimestrale aprile/giugno 2024 a partire da pagina 50 AMBIENTE.pdf

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