
L’Italia continua a essere uno dei Paesi più ammirati al mondo. Lo conferma l’Anholt Nation Brands Index® (NBI), il sondaggio annuale che da vent’anni misura la percezione internazionale delle nazioni: oggi il nostro Paese vanta la quarta immagine più forte a livello globale, subito dopo Giappone, Germania e Canada, e davanti a Svizzera, Regno Unito e Australia.

Analisi di Simon Anholt
L’Italia continua a essere uno dei Paesi più ammirati al mondo. Lo conferma l’Anholt Nation Brands Index® (NBI), il sondaggio annuale che da vent’anni misura la percezione internazionale delle nazioni: oggi il nostro Paese vanta la quarta immagine più forte a livello globale, subito dopo Giappone, Germania e Canada, e davanti a Svizzera, Regno Unito e Australia.
Dal 2008 al 2020 l’Italia oscillava tra il sesto e il settimo posto, ma dal 2021 ha scalato la classifica, raggiungendo il terzo posto una volta, il quarto tre volte e il quinto una volta. Un risultato che riflette un’ottima salute del “brand Italia”, anche se le variazioni dipendono anche dai movimenti di altri Paesi: il recente calo di “Brand America”, ad esempio, ha contribuito alla nostra ascesa.
I principali driver dell’immagine italiana sono il turismo, dove siamo leader mondiali (davanti a Francia, Grecia e Giappone), la cultura, seconda solo alla Francia, e la qualità delle persone, che ci colloca al quarto posto dopo Canada, Australia e Giappone. Più deboli le performance sui fattori “hard”: governance (17° posto), export (11°) e immigrazione/investimenti (8°). La percezione di instabilità politica è prevedibile, ma sorprende il ranking sull’export, considerando la forza dei brand italiani nel mondo. Il cliché di un Paese “low-tech” e votato al piacere contrasta con la realtà di chi produce supercar e design d’eccellenza.
L’immagine italiana è stabile nel tempo e omogenea tra aree geografiche: terza tra i Paesi G7 e quinta tra i BRICS+, con differenze minime rispetto ad altre nazioni. Curioso il dato di genere: gli uomini ci collocano al secondo posto, le donne al quinto; i giovani al terzo, gli anziani al quinto. Segnali positivi per il futuro, anche se la crescita è lenta: l’Italia è 36ª su 45 Paesi per miglioramento nel tempo, mentre i brand nazionali in ascesa sono realtà come Corea del Sud, Arabia Saudita, Colombia e Qatar.
Perché l’immagine conta? Studi dimostrano una forte correlazione tra reputazione e capacità di attrarre commercio, talenti, investimenti e turismo. Un brand forte rende tutto più semplice e meno costoso; uno debole complica ogni relazione internazionale. In un contesto globale instabile, l’amore per l’Italia non svanirà dall’oggi al domani: il mondo resta legato ai nostri prodotti, alla cultura, al paesaggio, alla cucina e alla storia. Ma questi asset non si custodiscono da soli: il rischio non è che cambino, ma che cambi il contesto. Gusti e attitudini sono figli del loro tempo, e solo chi li monitora costantemente potrà affrontare le sfide future.
L’Italia non deve dimenticare una regola fondamentale: la reputazione non si possiede, si affitta. E il canone va pagato ogni giorno.

Performance across 6 categories: Italy and 6 comparator countries 2025

Top 30 (Overall NBI score) Anholt Nation Brands Index 2025
