Intervista a Maurizio Cociancich, amministratore di Adriafer e Adriafer Rail Services, che racconta come le due società che operano nel porto di Trieste stiano alzando l’asticella della sostenibilità e dell’innovazione per una logistica ferroviaria più competitiva e pulita
Innovazione, sostenibilità e futuro del trasporto ferroviario: sono queste le direttrici che guidano la visione di Adriafer e Adriafer Rail Services – le società che gestiscono e sviluppano il sistema ferroviario integrato tra il Porto di Trieste, la rete nazionale e gli hub europei – e che oggi più che mai rappresentano un laboratorio a cielo aperto di transizione ecologica applicata alla logistica. Biocarburanti avanzati, digitalizzazione dei processi, progetti internazionali all’avanguardia e non solo: la sfida è rendere la ferrovia sempre più competitiva e a basso impatto ambientale. Ne abbiamo parlato con Maurizio Cociancich, amministratore delegato di Adriafer e Adriafer Rail Services, che ci ha raccontato gli impegni concreti e le prospettive delle due società, protagoniste in un settore chiamato a giocare un ruolo decisivo nella decarbonizzazione dei trasporti.

Adriafer e Adriafer Rail Services stanno portando avanti diverse iniziative per ridurre l’impatto ambientale delle proprie operazioni. Quali sono le priorità della vostra strategia di sostenibilità?
La nostra priorità è coniugare efficienza logistica e tutela ambientale. Lavoriamo per ridurre le emissioni di CO₂, il consumo di carburante e le esternalità negative come rumore e congestione. Lo facciamo sperimentando nuovi combustibili, digitalizzando i processi e partecipando a progetti di innovazione europei che ci consentono di portare nel porto di Trieste soluzioni all’avanguardia nel campo della transizione ecologica.
Avete recentemente avviato una sperimentazione con l’HVO per le locomotive di shunting. Quali risultati vi aspettate?
L’HVO, un biocarburante avanzato ottenuto da scarti vegetali, ci permette di ridurre fino al 90% le emissioni nette di CO₂ rispetto al gasolio tradizionale. Abbiamo avviato i test su alcune locomotive per valutare prestazioni, consumi e affidabilità. È un primo passo verso una logistica ferroviaria a basse emissioni, ma non ci fermeremo qui: il futuro sarà sempre più orientato verso tecnologie a zero emissioni.
Proprio a proposito di tecnologie a zero emissioni, state valutando anche l’introduzione di locomotive a idrogeno?
Sì, stiamo seguendo con grande attenzione l’evoluzione dell’idrogeno verde come alternativa ai combustibili tradizionali, soprattutto per i terminali non elettrificati. Siamo in dialogo con diversi partner tecnologici e istituzionali per valutare la fattibilità di una sperimentazione pilota su locomotive a celle a combustibile. L’obiettivo è capire come integrare queste soluzioni nel nostro parco mezzi e nei flussi di manovra del porto, in linea con le strategie europee di decarbonizzazione.

Oltre alle sperimentazioni sui combustibili, Adriafer e Adriafer Rail Services sono coinvolte in diversi progetti europei di innovazione. Può raccontarci qualcosa di più?
Tra i tanti progetti europei e nazionali in cui siamo coinvolti, partecipiamo a quattro progetti europei chiave che ci aiutano a innovare i nostri servizi e rafforzare la sostenibilità:
– eFTI4Live, cofinanziato dal Programma Europeo CEF, in cui sviluppiamo un sistema per la digitalizzazione dei documenti di trasporto in linea con il nuovo Regolamento europeo eFTI. L’obiettivo è semplificare gli scambi informativi e ridurre la burocrazia.
– Modalshift (nel quadro del programma Horizon Europe) in cui promuoviamo il trasferimento modale delle merci dalla strada alla ferrovia, aumentando l’efficienza della catena logistica.
– in AUTOSUP (Horizon Europe) sperimentiamo soluzioni per l’automazione delle operazioni di trasbordo tra strada e ferrovia, riducendo tempi, costi e impatto ambientale.
– REDUCED progetto di cooperazione territoriale all’interno di Interreg Central Europe ci vede concentrati sulla riduzione delle emissioni e dell’inquinamento legato al trasporto merci, integrando dati ambientali e sistemi predittivi. Il tutto all’interno della redazione di un Environmental Management System.
Questi progetti sembrano molto orientati anche alla digitalizzazione. Quanto conta la tecnologia per la sostenibilità?
La digitalizzazione è uno strumento fondamentale. Grazie ai progetti europei stiamo sviluppando piattaforme di supporto alle decisioni che ci consentono di ottimizzare le manovre ferroviarie, ridurre i consumi e monitorare in tempo reale l’impatto ambientale delle nostre attività. Meno chilometri a vuoto e meno tempi morti significano meno emissioni. È un cambio di paradigma che unisce innovazione e sostenibilità.

Il porto di Trieste sta vivendo una fase di forte trasformazione sul piano energetico e logistico. Come si inserisce il vostro gruppo in questo scenario?
Trieste vuole diventare un hub logistico sostenibile di riferimento in Europa, e noi ne siamo un attore centrale. Collaboriamo con l’Autorità di Sistema Portuale e con partner nazionali ed europei per sviluppare soluzioni che rendano i flussi merci più efficienti, sicuri e a basso impatto. L’integrazione ferrovia-porto è la chiave: più traffico ferroviario significa meno camion, meno congestione e meno emissioni.
Dal vostro punto di vista, qual è la sfida più grande per conciliare competitività e sostenibilità nel trasporto merci?
La sfida è trovare un equilibrio tra costi, efficienza e riduzione dell’impatto ambientale. Lavoriamo su due fronti: da un lato, sperimentiamo soluzioni operative innovative come l’HVO e, in prospettiva, l’idrogeno; dall’altro, puntiamo su progetti europei che ci permettono di accedere a nuove tecnologie e modelli di business. La transizione ecologica non è un’opzione, è una necessità: chi saprà innovare per primo sarà anche più competitivo.
Un messaggio finale per i lettori di “Ambiente – Comunità Sostenibili”?
Il futuro della logistica passa per la ferrovia, l’innovazione e la sostenibilità. Con le nostre sperimentazioni sui combustibili, i progetti europei e gli investimenti in digitalizzazione, vogliamo dimostrare che si può essere competitivi rispettando l’ambiente. La sfida è grande, ma è anche un’opportunità straordinaria per il porto di Trieste e per l’intero sistema ferroviario nazionale.
