Il direttore generale Simone Santini racconta l’evoluzione del Gruppo Fileni: dalla visione etica alla strategia d’impresa, con scelte coraggiose, nuovi linguaggi e una filiera che si afferma come esempio di coerenza, rigenerazione e futuro
l Gruppo Fileni affronta la sfida di un’industria alimentare che, in particolare nel settore avicolo, oggi deve coniugare efficienza, trasparenza e impatto positivo. Scelte etiche, innovazione e coerenza guidano un percorso che ridefinisce il rapporto tra impresa, ambiente e società. Simone Santini, direttore generale del Gruppo, racconta come visione strategica e identità aziendale si costruiscono giorno per giorno, dentro e fuori la filiera.

Di recente avete adottato integralmente i criteri dello European Chicken Commitment: cosa ha guidato questa scelta e che ruolo ha nel posizionamento strategico del Gruppo?
L’adozione dei criteri ECC per tutti i nostri prodotti a base di pollo a marchio Fileni è un impegno concreto che rafforza il nostro percorso verso la sostenibilità ambientale e il benessere animale, segnando un nuovo capitolo nella storia del Gruppo. Questa scelta è stata guidata dalla volontà, condivisa da tutta la famiglia Fileni, di mettere l’etica al centro del business, accettando una sfida impegnativa e senz’altro in anticipo sui tempi. Siamo, infatti, la prima e – al momento – unica azienda produttrice italiana nel settore delle carni ad aver applicato questi standard, definiti da oltre trenta organizzazioni non profit internazionali impegnate nella tutela degli animali allevati a scopo alimentare.
Sempre di recente, avete rinnovato la nuova brand identity. Quanto conta oggi, per un’azienda come Fileni, far dialogare sostenibilità, marketing e reputazione in modo integrato?
Oggi i consumatori cercano autenticità e premiano chi dimostra coerenza tra valori e azioni: per un’azienda come Fileni, quindi, integrare sostenibilità, marketing e reputazione è fondamentale. Il progetto di rebranding non è solo estetico ma sostanziale, risultato di un’analisi strategica che ha tradotto in immagini i valori fondanti del Gruppo. Un sistema visivo completamente ripensato con l’obiettivo di offrire un’identità più fluida, coerente ed empatica, capace di rappresentare al meglio l’evoluzione del brand.

Fileni è passata da una visione tradizionale a un modello sostenibile. Quali sono state le tappe più significative di questo percorso e le sfide affrontate per metterlo in pratica?
Il nostro Gruppo ha una lunga storia, che inizia sessant’anni anni fa e che ha sempre posto al centro la qualità, la sostenibilità e il benessere animale. Parlando solo delle tappe più recenti, ricordo il 2021, quando abbiamo scelto di trasformarci in Società Benefit e abbiamo definito il nostro Manifesto di Sostenibilità, che esprime i valori guida del nostro Gruppo. O il 2022, quando è arrivata la certificazione B Corp. O ancora il 2024, quando abbiamo avviato il progetto pilota Buon miele non mente che – tramite colonie di api mellifere ospitate in alcuni degli allevamenti biologici del Gruppo – monitora la qualità dell’aria e del terreno nel raggio di chilometri dalle arnie. Mi fa piacere ricordare anche il 2016, anno in cui abbiamo co-fondato il progetto Arca per mantenere la fertilità dei suoli coltivati attraverso tecniche di agricoltura biologica rigenerativa, e in cui abbiamo creato la Fondazione Marco Fileni, con l’obiettivo di favorire la scoperta dell’unicità delle ragazze e dei ragazzi del territorio e sostenere gli studenti più meritevoli di Ancona e Macerata attraverso il progetto “Crediamo nei giovani”.
Quanto conta, oggi, il ruolo di un’azienda come la vostra nell’educare il mercato, oltre che nel soddisfarlo?
La nuova brand identity è espressione di una mission chiara: essere la migliore filiera delle proteine per il benessere collettivo. A guidare la nuova narrativa è il payoff “Scelta Giusta”, un invito rivolto ai consumatori a compiere ogni giorno scelte consapevoli e rispettose dell’ambiente, degli animali e delle persone. Un impegno che Fileni ha già assunto da tempo e che ora decide di rendere visibile e dichiarato, rendendo il messaggio riconoscibile anche sul packaging. Riteniamo, infatti, che “educare” significhi fornire al consumatore tutti gli strumenti necessari per scegliere meglio.
