Un’alimentazione sostenibile per l’ambiente e gli animali è possibile!

Intervista di Sabrina Del Fico al responsabile sviluppo dell’associazione Essere Animali, Claudio Pomo

Che peso hanno le nostre scelte alimentari sul Pianeta? Come possiamo diminuire l’impatto di ciò che mangiamo sull’ambiente e sulla sofferenza animale? Nel mese dedicato al Veganuary, abbiamo intervistato Claudio Pomo, co-fondatore dell’associazione Essere Animali, che da oltre dieci anni opera sul nostro territorio per creare un mondo in cui nessuno animale venga sfruttato per la produzione di cibo: www.essereanimali.org

INTERVISTA DI SABRINA DEL FICO – GENNAIO 2024

Che cos’è Veganuary? Come nasce?

Veganuary è l’unione dei termini “Vegan” e “January”, e indica in sostanza un mese – quello di gennaio – dedicato all’alimentazione vegetale. L’iniziativa nasce in Inghilterra nel 2014, e approda in Italia nel 2020. Oggi la realtà del Veganuary è presente ormai in sempre più Paesi in tutto il mondo.

Come Essere Animali,abbiamo portato l’iniziativa in Italia e l’abbiamo adattata alla tradizione culinaria del nostro Paese, creando contenuti e consigli di cucina ad hoc per andare incontro alle esigenze culinarie degli italiani che scelgono di parteciparvi.

Quali sono i numeri dell’iniziativa?

Ovviamente non abbiamo ancora i numeri di quest’anno, perché il Veganuary non si è ancora concluso (fino al 31 gennaio c’è ancora tempo per iscriversi e aderire all’iniziativa). Posso dire, però, che nel corso degli anni abbiamo visto una grossa crescita negli iscritti del nostro Paese – e anche a livello mondiale.

Su tutti i paesi del mondo che ogni anno partecipano all’iniziativa, l’Italia è stata per due anni nella Top5 per numero di iscritti, e bisogna considerare che il Veganuary è attivo nel nostro Paese solo dal 2020.

Ci sono partnership importanti che vi aiutano in questo mese di sensibilizzazione?

Certo, per fortuna il Veganuary incontra il favore e la collaborazione attiva di molte aziende alimentari, catene di ristoranti e pizzerie, supermercati che propongono in questo mese prodotti vegetali scontati o che inseriscono nei propri menù delle pietanze vegane. Quest’anno hanno aderito oltre 100 aziende.

Queste fungono da importante cassa di risonanza per la nostra iniziativa, che arriva anche agli occhi e alle orecchie di chi non segue direttamente la nostra associazione, ma magari si trova a fare la spesa in un supermercato o mangiare in un ristorante dove può trovare facilmente prodotti vegani.

Oltre a Veganuary, da qualche anno avete lanciato anche la Settimana Veg. Quali sono le differenze fra le due iniziative?

L’idea di base è la stessa: invitare le persone a provare a mangiare vegetale – per una settimana o per un mese. In entrambi i casi, coinvolgiamo gli iscritti all’iniziativa inviando loro una mail quotidiana contenente informazioni relative al mondo dell’alimentazione vegetale ma, mentre per il Veganuary inviamo 31 mail, per la Settimana Veg le mail sono solo 7, e in esse cerchiamo di condensare i vari temi che ruotano attorno alla dieta vegana.

Un’altra differenza è che, durante la Settimana Veg, forniamo ai nostri iscritti un menù completo per un’intera settimana (nuovo ogni anno) realizzato in collaborazione con la nutrizionista Silvia Goggi e content creator o foodblogger. In altre parole, la partecipazione è più semplice perché gli iscritti hanno a disposizione già tutte le ricette e devono solo scegliere di seguirle.

Secondo i dati che raccogliete, c’è una differenza nell’adesione a queste iniziative fra nord e sud?

Tuttavia, alla fine del mese del Veganuary (come anche alla fine della Settimana Veg), invitiamo i nostri iscritti a rispondere a un sondaggio dove si chiede, tra le altre cose, anche la provenienza geografica (nord, centro, sud, isole).

Le risposte che raccogliamo ci permettono di vedere la sproporzione numerica nella partecipazione fra nord e sud del Paese, e questo è un dato sconfortante. Occorre impegnarsi e fare uno sforzo in più verso una parità anche a questo livello perché, purtroppo, nel sud Italia l’alimentazione vegetale non ha preso piede tanto quanto al nord.

Possiamo immaginare che ci siano anche questioni e problematiche logistiche – come la difficoltà di reperire prodotti vegetali nei supermercati o di trovare opzioni vegane nei menù dei ristoranti – che influiscono sulla decisione di adottare o meno un’alimentazione vegetale, e ci stiamo impegnando anche per risolvere queste difficoltà.

Cosa spinge le persone al cambiamento di alimentazione?

Anche a questa domanda rispondo con i dati che raccogliamo grazie ai sondaggi alla fine della Settimana Veg o del Veganuary. I motivi per cui le persone scelgono di ridurre il consumo di prodotti di origine animale (o di eliminarli del tutto dalla dieta) sono sostanzialmente tre.

Il motivo principale è senza dubbio quello etico: conoscere la sofferenza degli animali dietro i prodotti che portiamo a tavola e il dramma degli allevamenti intensivi spinge tante persone ad abbracciare una dieta vegetale.

Vi è poi la scelta legata alla salute, visto che molti studi scientifici hanno dimostrato che il consumo di carne (soprattutto quella rossa) è legato all’insorgenza di patologie croniche – e persino alcune tipologie di tumori.

L’ultimo motivo è quello ambientale, con tante persone che diventano vegetariani o vegani per limitare il loro impatto sull’ambiente in termini di emissioni inquinanti e spreco delle risorse (sono i cosiddetti “climatariani”).

Come nasce Essere Animali? Quali sono i vostri obiettivi?

L’associazione nasce nel 2011, e sin da subito la nostra attenzione si focalizza sul tema dello sfruttamento degli animali nell’industria alimentare, con due obiettivi principali: da una parte l’eliminazione degli allevamenti intensivi, dall’altra la promozione dell’alimentazione vegetale come impegno per la sostenibilità.

Questi due obiettivi vanno di pari passo: da una parte lavoriamo con aziende e istituzioni per diminuire le cause di sofferenza animale con impegni concreti, dall’altra parte coinvolgiamo i cittadini e collaboriamo con le istituzioni e le aziende per la promozione della alimentazione vegetale – anche in luoghi di ristorazione comuni, come le mense aziendali o le scuole.

La nostra vision è quella di riuscire a creare un mondo in cui nessuno animale venga sfruttato per la produzione di cibo.

Oltre che della sensibilizzazione, di cosa si occupa la vostra associazione?

Quando il tema della sostenibilità ambientale non era “caldo” come lo è ora, più o meno una decina di anni fa, siamo stati i primi a condurre inchieste e investigazioni nel nostro Paese, per denunciare le condizioni di sfruttamento e sofferenza in cui versano gli animali negli allevamenti (per esempio, siamo stati i primi a mostrare a un grande pubblico le immagini degli allevamenti intensivi di pesce).

Inoltre, siamo tra i pochissimi in Italia ad avere progetti concreti che vedono la collaborazione delle istituzioni, a fare proposte di legge (ad esempio siamo gli unici a seguire da vicino il tema dell’acquacoltura in Italia anche a livello istituzionale) affinché avvengano i tanto sperati cambiamenti nel modo di produrre il cibo che mangiamo.

Infine, abbiamo il merito di aver portato in Italia l’iniziativa internazionale del Veganuary – oltre ad aver lanciato, già dal 2015, la Settimana Veg.

È ancora possibile immaginare un’industria alimentare sostenibile, in termini di sfruttamento animale e spreco di risorse?

Immaginarlo è possibile, e noi lo facciamo. Realizzarlo è la vera sfida che cerchiamo di vincere con il nostro impegno e con la sensibilizzazione su questo tema.

La maggior parte delle emissioni inquinanti e dello spreco di risorse (acqua, suolo) è legata alla produzione della carne: le produzioni animali hanno sempre l’impatto peggiore, lo dice la scienza. Dall’altra parte, è stato dimostrato da numerosi studi che la carne non è necessaria al nostro benessere e al nostro sostentamento, e che se ne può fare a meno, sostituendola con prodotti di origine vegetale e soprattutto con i legumi come fonte proteica.

Tuttavia, diventare vegani è ancora una strada in salita: bisogna crederci ed essere motivati a intraprendere questo percorso. Gli ostacoli e le difficoltà ci sono ancora, soprattutto in alcune aree del nostro Paese, e il nostro obiettivo è quello di rendere questa strada il più semplice possibile da percorrere.

Website ufficiale dell’associazione Essere Animali >>> www.essereanimali.org

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