Prodotti alimentari, svolta green entro il 2025 per il pack eco-friendly

Secondo i dati dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy solo il 6,2% dei prodotti food ha un packaging totalmente riciclabile e 3 prodotti su 4 nemmeno riportano info per lo smaltimento. Un trend destinato a mutare: secondo Food Packaging Forum il mercato globale delle confezioni eco-friendly passerà dagli attuali 174,7 a 249,5 miliardi entro il 2025

La sostenibilità ambientale deve essere una priorità, se in principio sono state le proteste degli attivisti di Fridays For Future con Greta Thunberg a sensibilizzare governi e multinazionali sull’importanza di mantenere in salute il Pianeta, oggi è l’opinione pubblica a rispondere concretamente al problema. Basti pensare che secondo un recente sondaggio pubblicato da Environmental Leader ben il 74% dei consumatori sarebbe disposto a pagare di più per un prodotto dal packaging sostenibile. Ma se molto è stato detto, poco è stato fatto: secondo uno studio effettuato dall’Osservatorio Immagino di GS1 Italy infatti soltanto il 25,4% dei prodotti alimentari nella GDO riporta in etichetta le informazioni necessarie su come smaltirne correttamente la confezione e solo il 6,2% dei prodotti ha un packaging completamente riciclabile.
Questo significa che il 74,6% dei prodotti non riporta alcuna informazione. Carenze che rappresentano un enorme problema per l’ambiente: il peso del packaging determinato dagli acquisti di prodotti di largo consumo degli italiani nel 2019 ammonta infatti a quasi 3 milioni di tonnellate. Il futuro però appare più roseo: un’indagine di Markets and Markets pubblicata su Food Packaging Forum stima che il mercato globale dei packaging eco-friendly passerà dagli attuali 174,7 miliardi ai 249,5 miliardi di valore entro il 2025 (+42,8%), registrando un tasso annuo di crescita composto del 7,4%. Sono sempre di più infatti le aziende che investono sulla sostenibilità, come l’italiana Vitavigor, pronta a lanciare una nuova linea di snack con carta 100% riciclabile.
“Soprattutto negli ultimi tempi i discorsi generatisi intorno al tema della sostenibilità e del riciclo hanno permeato tutti gli ambiti della nostra vita e non possono più essere ignorati, né dalle istituzioni né dalle aziende – ha affermato Federica Bigiogera, marketing manager di Vitavigor – uno sguardo verso un futuro più green nei consumi che possa determinare il bene per l’ambiente in cui viviamo.

Ma quali sono le aree merceologiche che comunicano maggiormente la riciclabilità dei packaging sulle etichette?
Secondo lo studio di Osservatorio Immagino di GS1 Italy, ai primi posti possiamo trovare l’ortofrutta (43,7%), il freddo (41,5%) e la drogheria alimentare (31,8%), seguiti dal fresco (26,5%), il cura casa (24,3%) e le carni (14,6%). Le percentuali dei prodotti che indi- cano la possibilità di riciclo restano basse invece per quanto riguarda le bevande (14,6%), il pet care (13,1%) e la cura persona (11,5%).

Per quanto riguarda invece i prodotti all’interno delle singole categorie merceologiche, l’acqua minerale trionfa con il 100% delle referenze dichiarate totalmente o largamente riciclabili sull’etichetta. Poco più in basso, con oltre il 90% delle referenze, abbiamo il cura casa, con prodotti per detergenza bucato e stoviglie, le bevande piatte e gassate, le carni e l’ortofrutta, mentre intorno all’80% ci sono i prodotti di drogheria alimentare, del fresco, del freddo e del petcare. Infine, fra i prodotti con il minor grado di riciclabilità del packaging ci sono i preparati e i piatti pronti (41,2%), i prodotti da ricorrenza (30,7%) e i condimenti freschi (25,3%).

La sostenibilità a fico, il parco sul cibo a Bologna

FICO Eataly World è stato realizzato con una particolare attenzione alla sostenibilità, con 55.000 mq di impianto fotovoltaico su tetto (uno dei più grandi d’Europa, in grado di generare 6 milioni di kwh di energia pulita) sistemi avanzati di teleriscaldamento e l’uso estensivo di materiali green e riciclabili. Tutte le attività a FICO vengono strutturate in un’ottica di economia circolare e tutti gli operatori utilizzano i prodotti che hanno origine nel parco: così, ad esempio, le piadine romagnole che si possono gustare a FICO vengono farcite con la mortadella prodotta dalla fabbrica delConsorzio, che a sua volta distribuisce la birra dal birrificio all’interno di FICO e così via. Questo permette di realizzare una reale rete alimentare a KM 0 fra la produzione di birra, pane e i prodotti delle 13 fabbriche presenti nel parco.
Diverse anche le attività di sostenibilità sociale e ambientale come dimostrano ad esempio i 20mila kg di alimenti invenduti donati ad associazioni che assistono persone bisognose, o come i 20 milioni di piatti, bicchieri e posate biodegradabili utilizzate all’interno del parco per ridurre drasticamente l’impiego della plastica monouso. L’impegno del parco verso queste tematiche si riflette anche nel sostegno a Fondazione FICO, l’organizzazione non profit che opera per la promozione dell’educazione alimentare e del consumo etico, intesi come le basi per uno stile di vita sano e responsabile.

Ambiente Magazine

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