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I temi progettuali del C4S spaziano dallo sviluppo di modelli per   nare le nuove frontiere delle BAT (Best Available Technology).
                 la sostenibilità per le PMI (piccole medie imprese) all’implemen-  L’Università Ca’ Foscari attraverso il suo centro C4S vuole così
                 tazione di modelli complessi per la misurazione della sostenibilità   giocare un ruolo guida nella ricerca, nella formazione multidisci-
                 e delle ricadute sul territorio delle operations delle grandi impre-  plinare e nella mobilitazione di tutti gli attori sociali pubblici e
                 se, dalla finanza sostenibile a progettualità di public engagement,   privati sui temi e sui problemi connessi alle conseguenze del de-
                 dalla validazione conto terzi di tecnologie innovative green fino   grado ambientale ed alla ricerca delle condizioni necessarie ad as-
                 allo sviluppo vero e proprio di impianti dimostrativi. Per quest’ul-  sicurare un mondo tecnologicamente più avanzato e sostenibile.◗
                 timo importante ambito, ci terrei a segnalare alcuni dei progetti fi-
                 nanziati dal POR FESR Veneto promossi da imprese che si sono   Note
                 affidate al C4S per essere supportati nella progettazione, nella va-  [1] https://ec.europa.eu/commission/priorities/jobs-growth-and-in-
                 lutazione i risultati e per validare le tecnologie innovative testate.   vestment/towards-circular-economy_it
                 Il primo è “Phoenix-P2G” che va a implementare un nuovo pro-  [2] https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/europe-
                 cesso biologico di riconversione in biometano della CO2 da emis-  an-green-deal_it
                 sioni gassose industriali; questo processo implica la disponibilità   [3] https://ec.europa.eu/info/files/horizon-europe-factsheet_en
                 di H2 per reagire con la CO2 che può avvenire attraverso la bio-  [4] https://www.miur.gov.it/programma-nazionale-della-ricerca
                 conversione ad opera di microrganismi idrogenotrofi anaerobi che   [5] Fasan et al. (2017). L’azienda sostenibile. La sostenibilità nell’U-
                 saranno opportunamente selezionati e che riescono a catalizzare   niversità: il caso di Ca’ Foscari.
                 la trasformazione in metano (CH4) di CO2 e H2. Associato a   [6] RUS Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile https://sites.
                 questo processo biotecnologico vi è poi l’impiego della sono-cavi-  google.com/unive.it/rus/
                 tazione (cavitazione abbinata agli ultrasuoni) che sarà testata per   [7] Goddard, J. et al. (2000). The Civic University: The Policy and
                 aumentare la capacità di miscelazione tra i gas. Altro promettente   Leadership Challenges; Carayannis et al. (2012). The Quintuple He-
                 progetto è “Ecopolimeri”, un’attività di sviluppo sperimentale de-  lix innovation model: global warming as a challenge and driver for
                 dicata alla messa a punto di un impianto pilota per la produzione   innovation.
                 di biocompositi a base di biopolimeri e fibre ligno-cellulosiche   [8] Busato J.C. et al. (2020). Anaerobic membrane reactor: biometha-
                 marine derivante dalla Posidonia oceanica reperita nello spiaggiato   ne from chicken manure and high quality effluent. Renewable Energy
                 e che saranno utilizzati per la produzione di manufatti destinati al   n.145 (2020) 1647e1657.
                 comparto calzaturiero, florovivaistico e degli shopper composta-
                 bili. I biopolimeri deriveranno da biosintesi fermentativa, anche
                 in questo caso effettuata mediante batteri selezionati in grado
                 di bioaccumulare PHA (poliidrossialcanoati) ovvero i precursori
                 delle bioplastiche. Interessante il fatto che i batteri sfrutteranno
                 come substrato di crescita rifiuti civili (in particolare spremuto di
                 FORSU). Queste bioplastiche verranno poi miscelate anche con
                 le fibre ligno cellulosiche derivanti da un altro rifiuto, le fanero-
                 game marine (della specie Poseidonia oceanica) che si rinvengono
                 nella battigia.
                 Da ultimi citerei il progetto “Agribiofuel” [8], che ha portato ad
                 una importante innovazione tecnologica nel settore dei piccoli
                 impianti di digestione anaerobica di scarti dell’industria agro-ali-
                 mentare (siero del latte, feccia di cantina, pollina) per la produzio-
                 ne di biometano e di un ammendante a base di fosfato d’ammonio
                 e il progetto “HPSS-nanoextra” che ha testato una tecnologia in-
                 novativa di trattamento dei suoli contaminati da metalli pesanti.
                 Affianco a questi vi sono progetti di ampio respiro come quello
                 descritto nel contributo di Lisa Pizzol sulla sostenibilità delle bo-
                 nifiche dei siti contaminati.
                 Stiamo quindi costruendo relazioni efficaci tra le imprese e il mon-
                 do della ricerca scientifica per supportare lo sviluppo di prodotti di
                 ricerca applicata indipendenti, di alta qualità e incisivi nel determi-


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