SE NON SI INVESTE SUL TRASPORTO PUBBLICO, IL TRAFFICO AUMENTA

Lo studio Data Mobility 2024, che ha preso in esame 14 città metropolitane, ha rivelato che i centri urbani italiani – dopo la pandemia e il massiccio utilizzo del lavoro da remoto – sono tornati ad affollarsi di vetture con le strade sempre più congestionate.

Al Nord aumentano le auto – la dipendenza del singolo cittadino al ricorso della vettura privata – e il numero di spostamenti in rapporto agli abitanti, con Milano maglia nera (+10% uso dell’auto) tra le metropoli. E ha dimostrato come all’aumento degli spostamenti in auto corrisponde una diminuzione della velocità – che nei grandi centri urbani è in calo in media del 7% – confermando la letteratura scientifica che lo ha sempre affermato e permettendo di evidenziare che non sarebbe una Città a 30km/h a rallentare gli spostamenti.

Più auto ci sono più lentamente ci si muove!

Gli incrementi degli spostamenti in auto coinvolgono più le periferie e l’ora di punta mattutina, in cui hanno origine i viaggi più lunghi e nelle stesse direttrici e dove il trasporto pubblico diventa sempre meno efficiente e capillare. Infatti, secondo gli analisti la congestione nelle città rischia di essere superiore al 2019, complice la mancata risposta del trasporto pubblico.

Il settore della mobilità è cruciale in tutta Europa, come evidenziato anche da un recente sondaggio tedesco che ha rivelato che quasi il 70% dei tedeschi ritiene che la crisi climatica debba comportare “un ripensamento fondamentale nel settore della mobilità” e che questo deve essere sostenuto dallo Stato. Non solo, un terzo dei proprietari di auto intervistati ha anche affermato che potrebbe rinunciare alla propria auto per una soluzione alternativa e che, però, il maggiore ostacolo è l’inaffidabilità del trasporto pubblico e l’insicurezza delle altre opzioni. Gli intervistati chiedono perciò che lo Stato intervenga con misure climatiche nel settore della mobilità, come l’espansione delle infrastrutture ciclistiche e dei trasporti pubblici (90%) e la riduzione dei prezzi dei biglietti (88%).

In Austria, inoltre, il 17 aprile il Consiglio Nazionale ha adottato una modifica del Codice della Strada – entrata in vigore il 1 luglio – che rende più facile per i Sindaci l’adozione di limiti 30km/h nelle aree urbane. La misura è stata adottata a conclusione di una campagna della società civile e di oltre 130 Sindaci austriaci che chiedevano una indispensabile modifica della mobilità, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita e la sicurezza stradale nelle nostre città/comunità e di contribuire alla lotta contro la crisi climatica.

Per parte nostra abbiamo appena partecipato alle audizioni al Senato sul tema della riforma del Codice della Strada voluta dall’attuale ministro che, al contrario di quanto accaduto in Austria, qualora passasse al Senato nella sua attuale versione, renderebbe le nostre strade più insicure e molto più difficile l’adozione di limiti di velocità da parte dei Sindaci.

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Ambiente Magazine

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