Roma, 25 settembre 2024 — “Le nostre prime linee di azione contro il cambiamento climatico, la fame e la povertà sono le comunità rurali prosperose. Investire nei piccoli agricoltori e imprenditori delle zone rurali è il modo più efficace per sbloccare l’immenso potenziale dell’agricoltura e dei sistemi alimentari dell’Africa”, ha dichiarato Alvaro Lario, presidente del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) delle Nazioni Unite, in viaggio verso il G7 Agricoltura che inizia domani a Siracusa.
L’incontro si aprirà con il Forum per l’Africa del G7 Agricoltura, che vedrà la partecipazione per la prima volta di Paesi africani, una novità introdotta dalla presidenza italiana del G7, con l’obiettivo di continuare a promuovere il dialogo tra G7 e paesi africani sulle opportunità e le sfide del settore agricolo del continente del Sud del mondo.
“Sviluppare economie rurali fiorenti che forniscono cibo buono e posti di lavoro dignitosi ha un potere stabilizzante. Ora è il momento di investire su larga scala nei piccoli produttori di cibo dell’Africa – la spina dorsale della sicurezza alimentare e dello sviluppo dell’Africa”, ha dichiarato Lario.
©IFAD/Andrew Esiebo
L’agricoltura su piccola scala fornisce fino al 70% del cibo in Africa e offre opportunità di sussistenza a centinaia di milioni di persone, svolgendo un ruolo cruciale nella sicurezza alimentare del continente. Cibo e agricoltura sono anche una parte vitale delle economie africane, un settore che secondo le stime raggiungerà un valore di mille miliardi di dollari entro il 2030. Le stime mostrano come la crescita economica del settore agricolo è da due a tre volte più efficace nella riduzione della povertà e dell’insicurezza alimentare, rispetto alla crescita economica generata in altri settori.
Al G7, il presidente Lario si esprimerà a favore di investimenti e politiche che diano priorità a pratiche di agricoltura sostenibile, aiutino gli agricoltori ad adattarsi al cambiamento climatico e aumentino la loro resilienza. Si stima che entro la fine del secolo i raccolti diminuiranno fino al 25% per gli effetti del cambiamento climatico.
Considerato che ogni anno in Africa entrano nel mondo del lavoro circa 10 milioni di giovani, il presidente Lario sottolinea anche come digitalizzazione, tecnologie “verdi” e l’accesso ai servizi finanziari, possano rendere le zone rurali più interessanti per i giovani, aiutandoli a creare piccole imprese associate alle filiere alimentari.
Il presidente Lario chiederà quindi investimenti più efficaci a favore di innovazione, tecnologie digitali e connettività, elementi essenziali per promuovere la trasformazione delle aree rurali. La connettività consente agli agricoltori di ottenere più facilmente informazioni cruciali relative ai mercati e alle condizioni metereologiche, ricevere consulenze agricole, allerte meteo o informazioni relative a infestazioni parassitarie, nonché accedere a portafogli digitali e altri servizi finanziari.
Con il sostegno allo sviluppo agricolo da parte dei paesi donatori fermo da dieci anni a un 4-6% del totale degli aiuti pubblici allo sviluppo, e considerando che molti paesi africani si trovano ad affrontare restrizioni finanziarie, il presidente Lario porrà l’accento sulla necessità di innovare, sviluppare e rafforzare ulteriormente meccanismi di riduzione del rischio, per attrarre investimenti da parte del settore privato, un approccio sul quale l’IFAD sta puntando molto.
L’IFAD è impegnato a investire sulle popolazioni rurali in Africa per trasformare il settore agricolo e promuovere lo sviluppo rurale. L’agenzia prevede che per il ciclo di progetti 2025-2027, fino al 60% delle sue risorse regolari sarà investito nel continente africano.
In Africa, il 20% della popolazione, una persona su cinque, è denutrita o soffre la fame, una condizione che interessa complessivamente circa 300 milioni di persone.
L’IFAD è un’istituzione finanziaria internazionale e un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite con sede a Roma – il polo delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. L’IFAD investe sulle popolazioni rurali, mettendole in condizione di ridurre la povertà, aumentare la sicurezza alimentare, migliorare la qualità dell’alimentazione e rafforzare la loro capacità di resilienza. Dal 1978, abbiamo investito oltre 24 miliardi di dollari in donazioni e prestiti a tassi agevolati per finanziare progetti nei paesi in via di sviluppo.