Il Bosco del Molino di Agugiaro & Figna è tra i 5 siti al mondo che ospitano il progetto di ricerca internazionale sulla corrosione dei metalli dei Research Institutes of Sweden 

Oggi le operazioni di disseppellimento dei campioni metallici depositati nel 2022 che verranno analizzati. Gli esiti consentiranno ulteriori sviluppi nel mondo dell’edilizia civile e industriale e negli impianti eolici 

Collecchio, 21 novembre 2024 – Si sono svolte oggi nel Bosco del Molino di Agugiaro & Figna le operazioni di disseppellimento dei frammenti metallici nell’ambito del progetto biennale 2022-2024 “P 113 629 Worldwide soil corrosion exposures”.  

Il progetto riguarda lo studio internazionale sulla corrosione dei metalli condotto dal Research Institutes of Sweden, in collaborazione con Institut de la Corrosion (France) e European Federation of Corrosion (EFC) ed ha la finalità di rilevare nell’arco di due anni l’interazione tra il terreno e i metalli per valutare l’effetto della corrosione sui campioni depositati. 

La sepoltura dei frammenti metallici nel Bosco del Molino è avvenuta infatti nel 2022 e questa mattina sotto la guida dei ricercatori Dominiqe Thierry e Abdelakalder Meroufel del Research Institutes of Sweden (RI.SE), Marco Benedetti (CINSA – Consorzio interuniversitario per le Scienze Ambientali) e Rosanna Figna (direttrice del Bosco del Molino di Agugiaro & Figna), sono stati prelevati i campioni dal terreno per essere poi inviati al RI.SE di Stoccolma che ne effettuerà le analisi attraverso lo studio delle interazioni chimico-fisiche. 

Si tratta di un tipo di esperimento che trova campo di applicazione nell’edilizia e in ogni settore industriale, in particolare in quello delle aziende siderurgiche, perché permette di prevedere la resistenza dei materiali e valutarne l’impatto sui terreni consentendo così di raggiungere migliori standard di sicurezza. 

Sono molti, infatti, i manufatti metallici collocati nei terreni e ciò che succede ai materiali può avere conseguenze importanti sulla loro resistenza nel tempo e la loro stabilità. Uno tra gli esempi più attuali, data l’importanza che stanno assumendo per la transizione energetica, sono i generatori eolici, le cui torri sono spesso esposte ai rischi di corrosione. Lo studio dell’impatto dei metalli sui terreni si rivela quindi utile anche in questo campo. Altro aspetto importante, messo in luce dal RI.SE, riguarda l’impatto della corrosione sul sistema economico, che pesa il 2% sul PIL mondiale. 

La ricerca “P 113 629 Worldwide soil corrosion exposures” ha coinvolto 5 siti sperimentali in tutto il mondo, in particolare Repubblica Ceca, Francia, Qatar, Thailandia e l’Italia con il Bosco del Molino di Collecchio. 

“Siamo orgogliosi che il Bosco del Molino ospiti questa importante ricerca scientifica. Il bosco è stato tra l’altro il luogo di un altro esperimento, questa volta in ambito archeologico, condotto lo scorso anno dal Dipartimento Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa. Attraverso l’operazione di interramento di alcuni frammenti ceramici contaminati da cibi vegetali, è stato avviato un percorso di ricerca e scoperta di dati e notizie sull’alimentazione dei popoli antichi, perché la degradazione delle molecole organiche è usata come marker per l’identificazione del tipo di alimento. Il polmone verde creato vicino allo stabilimento dell’azienda, insomma, è un incubatore di iniziative scientifiche e culturali, così i suoi sentieri diventano reti di conoscenza utili alla comunità. Tra i progetti più recenti del bosco vi è anche l’installazione di una centrale meteorologica.” – ha affermato Rosanna Figna, direttrice del Bosco del Molino. 

IL BOSCO DEL MOLINO 

Il “Bosco del Molino” è un progetto di Agugiaro & Figna Molini lanciato a novembre 2021 per la messa a dimora di un bosco situato a fianco dello stabilimento di Collecchio, nel parmense: una superficie di 13 ettari ad elevata biodiversità e a capacità di accumulo di biomassa, comprensiva di 18mila alberi scelti sulla base di uno studio condotto in collaborazione con l’Università di Parma allo scopo di riprodurre un bosco autoctono, piantati con l’obiettivo di assorbire fino a 220.000 kg di CO2 all’anno, compensando la CO2 prodotta dai tre stabilimenti in Italia. L’iniziativa, che ha previsto un investimento da un milione di euro, è stata scelta come esempio virtuoso nella lotta contro il cambiamento climatico. Le radici delle piante, infatti, permettono all’acqua di defluire nel sottosuolo, rendendole una “cassa di espansione” naturale. Inoltre, le foglie consentono di attutire l’impatto della pioggia, trattenendola e rilasciandola più lentamente. L’ombra creata dagli alberi abbassa notevolmente la temperatura che favorisce un microclima corretto e una maggiore biodiversità. Il progetto “Bosco del Molino” rappresenta una delle iniziative virtuose che Agugiaro & Figna persegue con l’obiettivo di generare un impatto positivo sulla società e sull’ambiente. L’azienda, che da luglio 2024 è diventata Società Benefit, si impegna in tal senso adottando pratiche responsabili, sostenibili e trasparenti.  

Ambiente Magazine

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