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Ambiente
A mbient e
Certamente, sono convinta che dovremmo drasticamente ridurre il
consumo di acqua in bottiglie in plastica. In ogni minuto del 2017
sono state acquistate un milione di bottiglie di plastica , la maggior
parte delle quali, alla fine del loro ciclo di vita non vengono ricicla-
te ma finiscono per essere incenerite, messe in discarica o disperse
nell’ambiente. Ogni anno finiscono nel nostro Mar Mediterraneo 570
mila tonnellate di plastica, l’equivalente di 33 mila bottigliette al mi-
nuto. L’Italia è il Paese Europeo con il maggiore consumo di acqua in
bottiglia mentre il Mar Tirreno segna il triste record per la maggior
concentrazione di plastica mai rilevata: quasi 2 milioni di pezzi in un
metro quadrato.
È necessario e urgente investire in distributori di acqua per riempire
le bottiglie riutilizzabili come borracce e bottiglie di vetro e sistemi
di vuoto a rendere per contrastare la produzione di rifiuti in plastica.
Nella Direttiva europea sulla plastica monouso che mette al bando
alcuni prodotti monouso a partire da quest’anno, come cannucce,
piatti e posate in plastica, avrei voluto vedere maggior ambizione
per contrastare anche il consumo di bottiglie in plastica tramite, ad
esempio, un chiaro obiettivo di riduzione. Purtroppo l’Europa non
ha avuto questo coraggio ma io non mi do per vinta! D’altronde
sono sempre di più i cittadini consapevoli, informati ed attenti a
accesso universale all’acqua. Nulla viene detto inoltre riguardo alla questo problema e che, tramite piccole azioni quotidiane, come quel-
gestione delle risorse idriche e dei servizi igienico sanitari rispetto alla la di evitare bottiglie di plastica e portare sempre con sé una borrac-
loro esclusione da liberalizzazioni e dai trattati sul commercio e gli cia, contribuiscono enormemente a ridurre il consumo di plastica e
investimenti. Capisco pertanto la frustrazione dei tanti cittadini che testimoniano, ancora una volta, che la politica troppo spesso arriva
avevano firmato la ICE e hanno ottenuto una risposta parziale. Al tardi ma i processi di cambiamento sono già in corso. Anche perché
contempo però non posso ignorare i grandi miglioramenti apportati non abbiamo alternative.
alla Direttiva Acqua potabile che, vecchia di oltre 20 anni, non pote- Sviluppi nelle discussioni europee su questi temi: spre-
va attendere altro tempo per essere aggiornata e garantire che l’acqua co dell’acqua e plastic free?
che beviamo dal rubinetto sia pulita e sicura. Il Regolamento per il riutilizzo dell’acqua cerca di affrontare il pro-
Quali soglie più severe per alcuni contaminanti? - Qua- blema dello spreco dell’acqua soprattutto in relazione alle perdite lun-
li strumenti per il monitoraggio e miglioramento della go l’infrastruttura della distribuzione che, nel nostro paese, a causa di
qualità dell’acqua del rubinetto? Per incentivare il con- incuria e assenza di manutenzione, in alcune aree raggiunge percen-
sumo di acqua dal rubinetto è necessario porre in essere tuali elevate e superiori al 70%. Una condizione inaccettabile anche
controlli e limiti stringenti. alla luce della crisi climatica in corso e della scarsità sempre crescente
La Direttiva europea sull’acqua recentemente adottata stabilisce li- della preziosa risorsa idrica. La nuova direttiva impone alle grandi
miti più severi per alcuni inquinanti, tra cui il piombo, il Bisfenolo-A aziende distributrici di valutare entro i prossimi 5 anni l’entità delle
e i PFAS. Inoltre, seguirà nel 2022 una lista di sostanze redatta dal- perdite e impegna gli Stati membri a definire un piano di azione per
la Commissione Europea attraverso cui, per la prima volta, gli Stati ridurre le perdite entro i prossimi 8 anni.
Membri dovranno monitorare la presenza di interferenti endocrini, Il tema del riutilizzo dell’acqua è parte integrante della Strategia
farmaci e microplastiche nell’acqua. sull’economia circolare ed è particolarmente importante in agricol-
Reputo che molto di più andava fatto e che si sia persa un’occasione tura. L’UE ha recentemente adottato il Regolamento sul riutilizzo
per incentivare veramente il consumo di acqua dal rubinetto. Biso- dell’acqua che ha lo scopo di garantire che le acque reflue trattate sia-
gnava estendere e rafforzare la lista di parametri chimici proposta no riutilizzate in modo più ampio per limitare l’uso dei corpi idrici e
dalla Commissione come aveva tentato di fare il Parlamento Europeo. delle acque sotterranee.
Reputo anche molto grave che l’attuale limite sui PFAS corrisponda a Il tema della plastica è sempre molto dibattuto viste le ampie ap-
0,1 microgrammi per litro come soglia massima e riguardi solo 20 dei plicazioni che questo materiale ha nella vita di tutti i giorni e
4700 in lista. I PFAS sono composti chimici utilizzati in campo indu- considerando anche l’ammontare di plastica che viene dispersa
striale che, oltre ad accumularsi nell’ambiente, persistono anche negli nell’ambiente e nei mari. L’approccio della Commissione Europea è
organismi viventi, compreso l’uomo, dove risultano essere tossici ad quello di evitare di demonizzare un materiale piuttosto che un al-
alte concentrazioni. Per queste caratteristiche di persistenza vengono tro ma puntare alla prevenzione, riduzione e riciclo una volta che
definiti “forever chemicals”. Mi auguro che nei prossimi tre anni la il prodotto diventa rifiuto. Condivido questo approccio e penso che
Commissione renda più stringente il limite delle sostanze ammesse e l’obiettivo principale debba essere la prevenzione e riduzione dei
lo estenda a tutti i PFAS. I cittadini del Veneto, dove è ormai contami- rifiuti, vietando il più possibile i prodotti monouso, piuttosto che
nato il bacino acquifero sotterraneo più grande d’Europa non possono sostituire un materiale con un altro e rimanere impantanati nella
aspettare oltre e meritano risposte concrete da parte dell’Europa. logica sbagliata del “usa e getta”. Chiaramente bisogna anche con-
Per un minore consumo di acqua in bottiglia si potrebbe siderare il problema delle microplastiche causate dalla decomposi-
incentivare la diminuzione del commercio di quelle di zione dei prodotti in plastica, ampiamente presenti nell’ambiente
plastica. e nei nostri corpi ma i cui effetti sono ancora poco conosciuti.◆
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