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l’Italia dei Comuni
Lerici, storia, arte, londinese anticonvenzionale, archetipo del divo popola-
re, una sorta di rockstar ante-litteram, giunto in Italia per
inseguire l’antica cultura e la bellezza, amò moltissimo
Lerici. Mary Shelley qui ebbe una casa assieme al marito,
cultura e tutela Percy Bysshe Shelley, uno dei più celebri autori romantici.
Entrambi vi soggiornarono ogni volta che poterono e ispi-
randosi al paesaggio, alle sensazioni che questo luogo sa
ambientale: una regalare scrissero le loro opere. Molti altri ancora gli autori
importanti, innamorati di queste terre e di queste acque:
Virginia Wolf, Percy Lublock, il pittore Arnold Bocklin,
come pure William Turner, la cui mano cercò di rapire la
perfetta combinazione bellezza dolce e selvaggia delle irte colline e delle spume
che le accarezzano.
Come non rammentare poi D’Annunzio e Filippo Tom-
per un luogo d’incanto maso Marinetti, la cui mirabolante inventiva non potè che
essere superata dalla maestosità del luogo, a cui non riu-
scirono a trovare migliore descrizione se non “Golfo delle
meraviglie”. E ancora: Montale, Soldati, Pasolini, i tre Ber-
tolucci (Attilio, Bernardo, Giuseppe), nonchè Hemingway,
che proprio a Lerici ambientò la prima parte di una breve
opera: “Che ti dice la patria?” raccolta nel celebre e ricco
volume “I quarantanove racconti”.
Lasciamo dunque che sia lui a guidarci anche ora in questo
luogo. In questo spazio dell’anima, un borgo sempre ugua-
le e sempre nuovo, pronto a suscitare emozioni, suggestio-
ni, corrispondenza tra natura, ambiente, paesaggio, storia,
cultura, di cui ogni uomo e ogni donna sono in cerca oggi
come allora.
“La strada che scendeva dal Passo era dura e liscia e non
ancora polverosa nelle prime ore del mattino. Sotto a noi
sorgevano colline piene di boschi di querce e di castagni e,
in basso, più lontano, si scorgeva il mare. […].
Scendevamo dal passo attraverso una campagna boscosa.
Sacchi di carbone erano ammucchiati ai lati della strada
e attraverso gli alberi si potevano vedere le baracche dei
carbonai. Era domenica e la strada, ora in salita e ora in
discesa, ma sempre calando verso la pianura dell’altezza
del passo, attraversava macchie e villaggi.
Fuori dei villaggi c’erano vigneti. Il terreno era scuro e le
viti scabre e fitte. Le case erano bianche e gli uomini, nei
loro vestiti della domenica, giocavano a bocce in mezzo alla
strada. Contro i muri di qualche casa erano piantati dei
peri, parevano candelabri sullo sfondo delle bianche faccia-
te. […]. Piccole radure coltivate a viti circondavano i villag-
gi, qui dopo ricominciavano i boschi”.
Oggi come allora Lerici è un luogo di grande interesse na-
turalistico, paesaggistico, ambientale; la sua storia e le sue
tipicità affascinano; le varie attività culturali e sportive da
Oggi come ieri arrivandovi si rimane colpiti dalla sua bel- praticare d’estate come d’inverno richiamano un gran nu-
lezza, dalla cura del paesaggio, dall’attenzione data ad ogni mero di visitatori. Qui si giunge per tornare, per trovare
cosa: le botteghe, le scalinate, le strade, le piazze raccon- ogni volta qualcosa di nuovo da scoprire, da ammirare e da
tano la vita di un luogo dalla storia millenaria. E da questa sperimentare.◆
terra d’incanto è passata una generazione non solo di poeti
ma di artisti: uomini e donne che nella propria persona-
le ricerca hanno finito per lasciare un segno indelebile nel
tempo di ieri, oggi, domani.
Dante dedicò a questo luogo una delle terzine della sua
Commedia, onore non da poco, a pensarci bene, in cer-
ta misura dono di immortalità. Lord Byron, aristocratico
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