Plastic Free Certification è composta da biologi marini, accademici, ingegneri, esperti di certificazione della Commissione europea, esponenti dell’alta ristorazione, operatori di cooperative sociali, tecnici e consulenti aziendali. Mette in campo competenze tecniche, capacità formative e divulgative, attenzione alla tutela dell’ambiente e spirito di condivisione di ideali, per rispondere ad una semplice domanda: vuoi impegnarti con l’ambiente ed abolire la plastica nei processi di produzione della tua attività? Partiamo dal principio per ricostruire percorso e finalità di questa nuova impresa ma soprattutto per approfondire i contenuti e rispondere alla legittima domanda che potrebbe sorgere: a che serve questa certificazione?
All’ombra del Gran Sasso ed equidistante dal Mar Adriatico, nella tranquilla valle teramana, un variegato gruppo di menti e competenze danno forma ad un progetto innovativo che al momento non conosce eguali: la certificazione di processi per l’eliminazione della plastica, il primo standard di livello internazionale.
Dalla fusione delle diverse esperienze dei componenti del team è scaturita
una norma che ha preso luce in modo sartoriale, cucendo insieme la sensibilità del tecnico, dell’imprenditore, del formatore e dell’attivismo, tutto in modalità di programmazione “Agile” che struttura il gruppo di lavoro sul principio della collaborazione e della soddisfazione del cliente al di là del puro assolvimento del contratto.
Il primo step che viene proposto è quello dell’osservazione della situazione estemporanea che si vuol migliorare, con il supporto di un disciplinare snello, graduale e molto pratico nel rispetto del valore umano e delle procedure individuate.
Si procede con le proposte graduali attuabili legato ad un sistema di “grade” ovvero punteggi che dovranno tendere a salire nel tempo.
La certificazione con relativo “grade” viene rilasciata con validità annuale dal
Comitato interno della start up, sulla base dei dati raccolti da un auditor esterno.
La certificazione plastic free intende accompagnare gli interlocutori nella diffusione della cultura di un consumo responsabile, da adottare all’interno con la progressiva riduzione e sostituzione di prodotti che siano più sostenibili e agendo anche sull’esterno nei confronti della propria filiera di fornitori. Particolarità questa dell’effetto contagio che spicca come motivo di orgoglio per i componenti della start up e che diventa di enorme importanza per affrettare la visione ecologica dove ancora non si era manifestata spontaneamente.
Spesso la meccanicità delle nostre azioni ha bisogno di nuovi stimoli per decondizionarsi e scoprire che un modo più giusto di fare, è possibile.
In questo passaggio, affinchè si vada verso cambiamenti duraturi e contagiosi, la start up si farà promotrice attraverso l’istituto di ricerca al suo interno, dell’organizzazione di eventi di sensibilizzazione e corsi di formazione che riguardino processi e materiali ma anche normative, dati scientifici ed ambientali.
A fronte di una contingenza ambientale strettamente connessa ad aspetti
economici e sociali, è lecito pensare che ogni settore possa essere coinvolto
ed interessato ad ampliare le proprie conoscenze e rivalutare il proprio impatto produttivo.
Plastic Free Certification non è un semplice prodotto, bensì uno strumento alimentato dalle energie di esperti delle norme Europee, esponenti dell’alta ristorazione, un laboratorio di menti aperte e cosmopolite che propongono uno strumento adattabile ad ogni esigenza per il raggiungimento delle buone pratiche e la riduzione dei rifiuti plastici.
La start up si fregia di avere tra i componenti chi ha aiutato a creare la prima ordinanza sindacale per la realizzazione del primo comune al mondo plastic free.
Merita una menzione il Codice Etico pubblicato sul sito plasticfreecertification.org che snocciola in 15 punti le linee guide condivise dal gruppo in cui la conservazione e la tutela dell’ambiente viene all’unanimità proclamata come priorità.
Nonostante la recentissima costituzione, la start up ha già ricevuto l’interesse di grandi gruppi Italiani ed esteri operanti nel settore ricettivo e non solo ma anche il contatto con medie e piccole realtà operanti in ambiti inaspettati, a riprova che questa certificazione può essere a misura di ogni persona che si prenda la responsabilità del proprio operato.
Anime della start up Plastic free certification, il cui Standard vede la luce dopo un anno di lavoro e studio, sono la teramana Zaira Di Paolo, presidente di un’azienda impegnata da anni nella commercializzazione di stoviglie compostabili, ed il campano -abruzzese d’adozione- Giuseppe Sarua Cinquegrana, CEO di un’azienda di green economy in rapida crescita negli ultimi dieci anni e pioniere del movimento plastic free in Italia.
“La maggior parte della plastica che usiamo quotidianamente – spiega Cinquegrana – non è biodegradabile o compostabile. Significa che non si deteriora e rimane nell’ambiente per centinaia di anni. Ogni anno, vengono prodotte 400 milioni di tonnellate di plastica ed il 40 per cento è monouso: plastica utilizzata solo una volta prima di essere gettata via”.
“Va detto che negli ultimi tempi si è accresciuta notevolmente la sensibilità su questo tema: molti Comuni, enti e attività commerciali, si dichiarano plastic free e sono in cantiere misure normative anche da parte dei governi centrali in molti Paesi. Ma occorre verificare se le intenzioni corrispondano a quanto realmente messo in pratica. Sostituire ad esempio i materiali plastici in modo corretto, organizzare una filiera per riciclare al meglio, non è operazione scontata semplice.
Da qui nasce l’idea della Plastic Free Certification, tiene a sottolineare Cinquegrana.
Sul website ufficiale www.plasticfreecertification.org, in continua evoluzione, si trovano molti contenuti, informazioni in merito alla start up e citazioni, una delle più rivelatrici circa lo spirito del progetto è probabilmente quella attribuita a Martin Luther King: “Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”.
Free Certification, azzeramento plastica monouso derivante da fonti fossili
Plastic free certification nasce da una start up abruzzese, il primo marchio al mondo che attesta e comunica, non solo nel settore della ristorazione, l’eliminazione della plastica monouso, la minimizzazione degli sprechi e dei rifiuti prodotti, la corretta raccolta differenziata, la sostenibilità ambientale dell’intero processo produttivo.
